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Sardine dell’Appennino, Mattia Santori: «Ripartiamo dai luoghi dimenticati dalla politica» – L’intervista

05 Gennaio 2020 - 18:14 Felice Florio
«Sardine di tutte le valli, tutti i crinali e tutti i borghi»: da Castiglione dei Pepoli a Rasora, 11 km di camminata in preparazione alle elezioni regionali del 26 gennaio. Hanno risposto all'appello «300 sardine camminanti»

Dopo una fisiologica pausa per le festività, le Sardine tornano a riconquistare gli spazi mediatici con le proprie manifestazioni. Il 5 gennaio, a differenza dei flash mob di piazza ai quali ci ha abituato il movimento, lungo l’Appennino bolognese si è svolto un evento atipico. Una camminata, 11 km di percorso andata e ritorno da Castiglione dei Pepoli a Rasora, su quella strada conosciuta come via della lana e della seta. «Perché mettersi in cammino? – spiegano sulla pagina dell’evento -. Perché le sardine sono stanche di rimanere sedute a guardare. Pacificamente, hanno deciso di alzarsi, di metterci la faccia e di portare i propri corpi fisici a riempire spazi lasciati vuoti troppo a lungo. Se nelle città questi spazi erano le piazze, ora tocca ai borghi, ai crinali, ai boschi, alle colline, alle vette più impervie e dimenticate». Nella sfida elettorale tra Lucia Borgonzoni, senatrice della Lega, e Stefano Bonaccini, presidente uscente dell’Emilia-Romagna, avranno il loro peso, le 6.000 sardine. Un peso pendente verso il candidato del centrosinistra. E si riparte da «luoghi fisici che nell’immaginario sono lontani, isolati, esclusi dalla maggior parte delle occasioni di comunicazione, riscatto e sviluppo si mettono in mostra. Questi luoghi brilleranno di ciò che maggiormente li contraddistingue: la bellezza».

Il racconto di Mattia Santori

Sardine dell’Appennino Bolognese, 5 gennaio 2020

Infreddolito, ma carico per l’esito positivo della marcia del 5 gennaio, Mattia Santori fa il resoconto della giornata: «È andata davvero bene, c’è stata un’adesione molto sentita considerando la natura particolare di questo evento – dice a Open -. Stiamo parlando di una vera e propria escursione, organizzata grazie alle competenze di Andrea Garreffa (una delle quattro sardine di Bologna, ndr.) che è una guida ambientale e un escursionista». «Siamo partiti in 230, poi lungo il percorso si sono aggregate varie persone e siamo arrivati a circa 300 sardine, tutte riunite a Castiglione dei Pepoli per il saluto finale: c’erano partecipanti provenienti da molti paesi dell’Appennino e altri partiti da Bologna per prendere parte alla camminata».

Il ritorno nei territori dimenticati dalla politica

«Sono contento perché questa era la prima prova di coinvolgimento dei territori lontani dalle grandi città. Gli abitanti dei borghi hanno gradito, erano felici di incontrarci e di vedere finalmente qualcuno che riportava l’attenzione su quelle zone dimenticate e di cui la politica si occupa solo in campagna elettorale. Avevano tutti una gran voglia di parlare con noi», dice. Santori ci tiene a sottolineare il valore sociale, culturale e naturalistico dell’Appennino bolognese, «troppo spesso dimenticato. Per questo abbiamo lanciato sia le Sardine dell’Appennino che le Sardine della Bassa. Adesso le sardine referenti delle province dell’Emilia-Romagna organizzeranno eventi nei piccoli centri e non più nelle grandi città».

Un’energia diversa dai normali flash mob

Sardine dell’Appennino Bolognese, 5 gennaio 2020

E poi appuntamento al 19 gennaio, giornata del più grande evento dopo il flash mob di Roma, Bentornati in mare aperto: «Sei ore di musica e conversazione. Ma soprattutto sei ore di umanità – ribadisce Santori -. L’idea è, proprio per dedicarci al grande evento bolognese, di non andare personalmente in Appennino e in pianura ma appoggiarci agli organizzatori locali per fare in modo che le idee arrivino, come sempre, dai veri protagonisti dei territori». Anche la camminata del 5 gennaio, «un prototipo delle manifestazioni che vorremmo organizzassero le sardine locali», è stata gestita da guide locali e da associazioni del territorio che hanno sposato la causa delle sardine. «La cosa bella e che porterò sempre nel cuore della giornata di oggi è che non si è trattato di un flash mob di pochi minuti. C’è stata un’energia particolare, ancora più profonda di quella che abbiamo respirato nelle piazze di Italia e del mondo: passare insieme sette ore, camminare e parlare senza fretta ha generato un confronto colmo di idee e di proposte».

Attenzione a Riace, piattaforma in stand-by

«Le vacanze sono state un toccasana: siamo riusciti finalmente a riunirci, in tranquillità, tutte e quattro le sardine di Bologna per poter pensare e organizzare tutto ciò che succederà da qui al 26 gennaio», spiega ancora Mattia. Lo stesso evento di oggi «è stato organizzato da noi, in casa, tra il 29 e il 30 dicembre. Ecco, è importante sapere che dietro a queste belle manifestazioni di partecipazione c’è una struttura snella che deve preparare gli eventi in pochissimo tempo». Il 26 gennaio non si vota soltanto in Emilia-Romagna: la tornata elettorale riguarda anche la Calabria. «Sicuramente è una terra diversa ed è più complicata la situazione per noi. I rappresentanti calabresi hanno voluto ripartire da Riace, il 6 gennaio, proprio per dare un segnale di quello che siamo – sottolinea Santori-. Le sardine non fanno campagna elettorale, ma riportano l’attenzione sui temi importanti. E pensiamo che il modello Riace sia un modello che vada valorizzato perché rappresentativo di valori nei quali tutte le sardine si riconoscono». Non abbiamo ricevuto ancora notizie, invece, per il rodaggio della piattaforma per le comunicazioni tra le sardine referenti dei territori: «Siamo in stand-by perché il solo vagliare le proposte tecnologiche che sono arrivate richiede più tempo del previsto. Volevamo essere pronti subito dopo Natale, ma per essere totalmente trasparenti, e anche per sostenere i costi di una piattaforma del genere, serve più tempo e riflessione».

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