Iran, folla oceanica al corteo funebre per Soleimani. «Taglia da 80 milioni di dollari sulla testa di Trump» – Video
Una processione funebre in onore del comandante Qassem Soleimani, il generale iraniano ucciso in un attacco americano a Baghdad venerdì 3 gennaio, è in corso ad Ahvaz, città nella provincia del Khuzestan, in Iran.
Durante la funzione funebre a Teheran, l’annunciatore della cerimonia e alcuni tra i partecipanti hanno suggerito che ogni iraniano dovrebbe versare un dollaro per raccogliere una taglia da 80 milioni di dollari, «da elargire a chiunque consegni la testa dell’uomo pazzo con i capelli giallastri», alludendo al presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
People attend a funeral procession for Iranian Major-General Qassem Soleimani, head of the elite Quds Force, and Iraqi militia commander Abu Mahdi al-Muhandis, who were killed in an air strike at Baghdad airport. pic.twitter.com/cGF3b0ZWCw
— Ahval (@ahval_en) January 5, 2020
Il corpo Soleimani è arrivato sabato all’aeroporto internazionale di Ahvaz, insieme alle salme dei 7 soldati uccisi nello stesso raid. I corpi saranno trasportati nella città santa di Mashhad nel pomeriggio di oggi, domenica 5 gennaio, per un’altra cerimonia funebre.
Funeral of General #Soleimani in #Ahvaz اهواز# (city in Iran)
— ayoub(leidoma)ranjbar (@AyoubLeidoma) January 5, 2020
Millions of #Iranians flock to the streets for the funeral procession of Qassem #Soleimani, the General who crushed #ISIS and Al-Qaeda in Iraq, Syria and Lebanon. pic.twitter.com/PmvnYBXyxE
Secondo i funzionari iraniani, le cerimonie continueranno a Teheran lunedì mattina, e poi a Qom lunedì sera. La Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, aveva proclamato 3 giorni di lutto nazionale.
The Iranian nation will honor the memory of the noble Major-General Soleimani & the martyrs with him—particularly the great Abu Mahdi al-Muhandis— & I declare 3 days of mourning across the nation. I condole & congratulate his family. /5
— Khamenei.ir (@khamenei_ir) January 3, 2020
Sayyed Ali Khamenei
Jan 3, 2020
Il generale Soleimani verrà sepolto martedì pomeriggio nella sua città natale, Kerman, secondo le sue volontà. I corpi di Al-Muhandis e di altre persone uccise nell’attacco degli Stati Uniti sono stati consegnati in Iran per test di identificazione del DNA.
Tensioni Iran-Usa
Dopo gli attacchi Usa al cuore dell’Iran, nel paese mediorientale sono esplose le proteste al grido di «A morte l’America», con roghi di bandiere statunitensi e israeliane.
Alle minacce iraniane, il presidente statunitense Donald Trump aveva risposto dichiarando che «se l’Iran colpirà qualche americano o obiettivi americani», gli Usa si difenderanno prendendo di mira «52 siti iraniani», che rappresentano i 52 ostaggi americani presi dall’Iran 40 anni fa.
….targeted 52 Iranian sites (representing the 52 American hostages taken by Iran many years ago), some at a very high level & important to Iran & the Iranian culture, and those targets, and Iran itself, WILL BE HIT VERY FAST AND VERY HARD. The USA wants no more threats!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 4, 2020
La risposta non si è poi fatta attendere. Il vice capo delle guardie rivoluzionarie, il generale Mohammadreza Naghdi, citato da Farsnew, ha dichiarato che «se le forze americane vogliono rimanere in vita, dovrebbero evacuare le loro basi militari nella regione e andarsene».
«La rappresaglia da parte dell’Iran e dei comandanti della resistenza di fronte all’assassinio da parte degli Stati Uniti del capo delle forze di Qod Ghassem Soleimani è certa, incontrollabile e dolorosa – ha aggiunto, citando gli aggettivi usati da Trump – e gli americani farebbero meglio a smettere di inviare messaggi per invitare l’Iran a non vendicarsi».
Il generale Abdolrahim Moussavi, comandante dell’esercito iraniano, citato dall’agenzia iraniana ufficiale Irna, ha poi espresso dubbi sul fatto che gli Stati Uniti abbiano davvero il «coraggio» di colpire 52 siti in Iran.
«Dicono questo genere di cose per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale dal loro atto odioso e ingiustificabile», ha aggiunto Moussavi, in riferimento all’omicidio di Soleimani.
A parlare è stato anche il ministro degli esteri iraniano, Javad Zarif, che su Twitter ha scritto: «Colpire siti culturali sarebbe un crimine di guerra. Dopo le gravi violazioni della legge internazionale con i vigliacchi omicidi di venerdì scorso, Trump minaccia di commettere nuove violazioni della “jus cogens” (la norma del diritto internazionale a tutela di valori considerati fondamentali per un Paese, ndR)».
-Having committed grave breaches of int’l law in Friday’s cowardly assassinations, @realdonaldtrump threatens to commit again new breaches of JUS COGENS;
— Javad Zarif (@JZarif) January 5, 2020
-Targeting cultural sites is a WAR CRIME;
-Whether kicking or screaming, end of US malign presence in West Asia has begun.
«Non importa se dia calci o urli – conclude Zarif – la fine della presenza maligna degli Usa in Medio Oriente è iniziata».
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