L’Iraq denuncia all’Onu gli attacchi americani. «Violata la nostra sovranità. Via le truppe straniere dal nostro Paese»
La tensione in Iraq continua a crescere e sembra che la cooperazione tra Stati Uniti e Baghdad sia definitivamente compromessa dopo i raid americani degli scorsi giorni. Il Parlamento iracheno ha votato per espellere i soldati statunitensi dal Paese.
Il ministero degli Esteri iracheno ha invece convocato l’ambasciatore americano Matthew Tueller e ha condannato i raid. «Sono stati una palese violazione della sovranità dell’Iraq», ha fatto sapere il ministero in una nota, aggiungendo che «i raid contraddicono le regole concordate nell’ambito delle missioni della coalizione internazionale».
La denuncia formale presentata dall’Iraq all’Onu contro gli «attacchi americani» è arrivata dal primo ministro iracheno Adel Abdul Mahdi che davanti al Parlamento aveva annunciato che occorre adottare «misure urgenti» per porre fine alla presenza di truppe straniere sul territorio.
Il parlamento iracheno aveva già in programma la votazione di una legge per espellere i militari statunitensi dalle loro basi in Iraq. Stando a quanto riportato dalle agenzie locali, il voto avrebbe dovuto già svolgersi nella prima parte della giornata di oggi, 5 gennaio, ma alcuni gruppi hanno bloccato la seduta (sunniti e curdi).
L’appello dal Libano
Dal Libano il capo del movimento schiita Hezbollah, Seyed Hassan Nasrallah, si è appellato all’Iraq invitandolo a liberarsi «dall’occupazione americana». «La nostra richiesta, la nostra speranza è che i nostri fratelli al parlamento iracheno adottino una legge per la fuoriuscita degli Stati Uniti dall’Iraq», ha dichiarato Nasrallah.
Durante la giornata del 4 gennaio, due razzi hanno colpito una base militare americana nella zona verde di Bagdad, l’area fortificata dove si trova anche l’ambasciata Usa.
Il voto del Parlamento
La proposta di legge per l’allontanamento delle truppe era stata sottoscritta da 170 deputati. Come riportato da Arab News, le truppe statunitensi sarebbero già state minacciate da quelle filoiraniane a seguito dell’uccisione da parte degli USA del generale iraniano Qassem Soleimani e del vice comandante iracheno Abu Mahdi Al-Muhandis.
«Non c’è nessun motivo che giustifichi la presenza delle truppe americane in Iraq, in missione contro Daesh», ha detto Ammar al Shibli, membro sciita della Commissione legale. «Abbiamo già le nostre forze sul campo in grado di difendere il Paese».
La coalizione anti-Isis
La coalizione internazionale, responsabile delle missioni anti-Isis in Iraq, ha annunciato la sospensione delle sue operazioni in Iraq. Della missione, arrivata alla fase III della lotta contro il Daesh, fanno parte anche 1110 unità italiane. Per quanto riguarda la presenza di soldati americani, al momento si contano circa 5mila unità.
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