La comandante dei vigili beccata da carabinieri con la cocaina in auto: il caso nel Milanese
Tutto inizia con un controllo di routine in un parcheggio a Baranzate, piccolo comune nell’hinterland milanese, nella notte tra venerdì 3 e sabato 4 gennaio. Alla conducente dei veicolo vengono chiesti, come da prassi, i documenti e viene avviata una rapida perquisizione del veicolo.
Ma sotto il tappetino davanti al sedile del conducente, i Carabinieri hanno trovato poco più di 3 grammi di cocaina, suddivisa in diverse dosi. Ma a rendere la notizia rilevante vi è il fatto che la donna fermata è la comandante della Polizia locale di Corbetta, la 31enne Lia Vismara.
I Carabinieri han dunque portato la comandante Vismara in caserma per compilare tutti gli atti e hanno presentato denuncia per spaccio. La donna non è stata arrestata, ma come provvedimento cautelare le è stata ritirata la pistola d’ordinanza.
L’avvocato: «È stata incastrata da qualcuno»
L’avvocato della donna, Roberto Grattini, ha dichiarato: «Non ci difenderemo sostenendo l’uso personale. Vogliamo anzi che la Procura indaghi sul reale responsabile di questo colpo basso. La droga non è della comandante e qualcuno l’ha messa nella sua auto per incastrarla». Secondo Grattini, infatti, la cocaina trovata nell’auto della vigilassa non sarebbe altro che una “vendetta” o un modo per “incastrare” la sua assistita: «Del resto – chiosa Grattini – Lia Vismara ha molti nemici, anche tra i suoi ex colleghi vigili».
Il sindaco: «Abbiamo piena fiducia in lei»
Marco Ballarini, sindaco di Corbetta, dopo essersi scagliato di frequente contro gli agenti della polizia locale, definendoli «fannulloni» o denunciando comportamento poco «adeguati» all’interno del comando, ha invece preso le difese della comandante.
«Non la sospendo, anzi la aspetto quanto prima al lavoro – spiega Ballarini – Sicuramente lei non c’entra nulla e siamo certi che la droga non fosse sua. Qualcuno ce l’ha messa e abbiamo fiducia che le forze dell’ordine e la Magistratura indagheranno per scoprire il reale colpevole. Chi la conosce sa che persona sia e che non ha a che fare con queste cose. Abbiamo piena fiducia in lei».
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