Le città incassano il 37% delle multe: a Catania non le paga (quasi) nessuno
È una fotografia impietosa quella fatta da Il Sole24Ore che documenta, numeri alla mano, come l’evasione delle multe sia un vero e proprio problema per i comuni italiani, soprattutto al Centro e al Sud Italia. Un peso enorme che grava sulle loro spalle. Nel 2018, per esempio, i comuni avrebbero dovuto incassare 1,63 miliardi di euro e, invece, hanno recuperato appena 605 milioni. Cioè il 37,1% del previsto. Maglia nera per la città di Catania che, su 31,6 milioni di euro dovuti per accertamenti e infrazioni, ne ha incassati appena 1,6 milioni, ovvero il 5,3% del totale. Una percentuale ridicola, in una città nella quale più della metà dei residenti non paga la tassa sui rifiuti (al centro e nelle isole la percentuale di evasione è del 30%, ndr), per stessa ammissione del sindaco Salvo Pogliese. Il comune di Catania avrebbe bisogno di quei 30 milioni di euro evasi per risollevare le casse di un ente in dissesto finanziario che per alcuni mesi ha rischiato anche di non pagare gli stipendi ai comunali. E c’è di più: ancora oggi ha in servizio un numero esiguo di vigili urbani con un’età media di 55 anni.
La classifica
Dopo Catania, nella classifica de Il Sole24Ore, c’è Brindisi che “doppia” la città dell’Elefante con il 9,7% della riscossione delle multe: numeri alla mano, 114mila euro su 1,1 milione di euro dovuti. Tra le città più “morose” spiccano anche, per citarne alcune, Napoli, Ragusa, Cosenza, Crotone, Palermo, Agrigento e Caltanissetta. Le più virtuose? Massa al 99% delle multe riscosse, Udine al 98%, Fermo al 94%, Verbania e Catanzaro al 90%.
L’atteso intervento del governo
Ora il governo punta tutto sulla riforma della riscossione, che consentirà ai Comuni di riscuotere più facilmente i tributi dovuti, tagliando sui tempi e sulle procedure e arrivando più facilmente a confische e ipoteche, con il cosiddetto “accertamento esecutivo”. Il problema, come fa notare Il Sole24Ore, è capire se la riforma «si applica anche alle multe stradali» che, pur essendo considerate «entrate patrimoniali» (come Imu e Tasi), restano comunque disciplinate dal Codice della Strada, sfuggendo di fatto al temuto “accertamento esecutivo”. Recuperare anche solo una parte delle multe non riscosse consentirebbe ai comuni italiani di prendere una boccata d’ossigeno e, nei fatti, di garantire ai cittadini servizi migliori per tutti punendo chi in questi anni, pensando di rimanere impunito, non ha pagato le multe.
Foto in copertina di repertorio | Ansa
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