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Golden Globe, Ricky Gervais smonta Hollywood tra applausi e risate imbarazzate: «La mia ultima volta qui, ma chi se ne importa» – Video

06 Gennaio 2020 - 11:00 Giulia Marchina
Il comico, con una stilettata dopo l'altra, fa stizzire il pubblico che rimane sempre a metà tra un sorriso e un applauso

«Vi farà piacere sapere che questa è l’ultima volta che presento questi premi, quindi non mi interessa più nulla. Scherzo, non me n’è mai fregato. E neanche alla Nbc interessa. Kevin Hart fu licenziato dagli Oscar per alcuni tweet offensivi. Per mia fortuna la Hollywood Foreign Press parla a stento inglese. Non hanno idea di cosa sia Twitter». Ogni anno annuncia che sarà l’ultima volta come conduttore, e invece, allo scoccare della nuova annata eccolo di nuovo lì, con lo smoking e il bicchiere di birra pronto all’uso.

Ricky Gervais ha inaugurato la 77esima edizione dei Golden Globe, in diretta dalle 2 alle 5 – ora italiana – dal Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills. Lo stand up comedian inglese ha aperto le danze e rotto il ghiaccio con un monologo di sette minuti. Arriva sul palco e ne ha per tutti, senza esclusione di colpi: «Potremmo silurare questo show facendo i complimenti a Netflix, dicendogli: “Ehi, congratulazioni, hai vinto tutto tu, buonanotte” e invece no. Dobbiamo drogarci con tre ore di spettacolo».

EPA/NINA PROMMER | Ricky Gervais e la sua compagna Jane Fallon

Il comico smonta, con effetto domino, la facciata patinata dell’Hollywood che conta. Con una stilettata dopo l’altra, fa divertire ma anche stizzire il pubblico che rimane sempre a metà tra un mezzo sorriso e un applauso non del tutto convinto. Comincia annunciando che quella cui parla è una sala «con i più grandi attori e registi di tutti i tempi, ognuno con un passato differente, ma sono tutti accomunati dalla stessa cosa: sono terrorizzati da Ronan Farrow» – giornalista che si è a lungo occupato del Weinstein Gate e del #MeToo, ndr – «Sta arrivando, amici, sta arrivando», dice.

Poi le battutacce su Cats, flop cinematografico da 100 milioni di dollari, e sugli attori del cast. E ancora Felicity Huffman – star di Desperate Housewives, finita in carcere per aver cercato di «agevolare l’ammissione dei figli nei college d’élite» a suon di mazzette: «Stasera sono arrivato qui in limousine e la targa era stampata da Felicity» – stampare targhe è un mestiere tipico dei carcerati che seguono programmi di riabilitazione, ndr.

Lode a The Irishman, film «amaaaazing but long!” (“fantaaaaaaastico ma lungo”, ndr): «E ora ne guarderemo una breve clip di 88 minuti». Ma The Irishman non è l’unico film epico in lizza, «C’era una volta a… Hollywood durava quasi tre ore. Leonardo Di Caprio è andato alla premiere alla fine del film la sua fidanzata era già troppo vecchia per lui».

Risate imbarazzate del pubblico, e una Reese Witherspoon inquadrata dalle telecamere, sullo sfondo, che non sa se ridere o trattenersi e alla fine cede. Agli spettatori a casa, invece, Gervais ha consigliato di lasciar perdere i Golden Globe e di divertirsi con altro: «Invece di guardare questo show potreste fare binge watching di tutta la prima stagione di Afterlife – serie tv creata, prodotta, recitata e diretta proprio da Gervais. «È una serie che racconta di un uomo che vuole uccidersi perché sua moglie muore di cancro, ed è comunque più divertente di questa cerimonia».

EPA/HFPA | Ricky Gervais sul palco dei Golden Globe

L’attore ingrana la marcia come solo lui sa: «Spoiler: la seconda stagione è in arrivo, quindi alla fine l’uomo non si uccide. Come Jeffrey Epstein. State zitti. Lo so che era vostro amico, ma a me non interessa», e qui il riferimento ai dubbi che hanno accompagnato la morte dell’imprenditore milionario arrestato per abusi sessuali e traffico di minorenni, morto in carcere la scorsa estate.

«Apple si è messa in gioco con le serie tv con The Morning Show, un drama superbo sull’importanza della dignità e del fare la cosa giusta. È realizzato da una compagnia che manda avanti delle sweatshop in Cina», dice Gervais, utilizzando il termine sweatshop che indica luoghi di lavoro malsani, in cui il personale è sottopagato. A questo punto la stoccata è nei confronti degli attori, dei produttori e dei registi che scelgono consapevolmente di lavorare per colossi di questo tipo: «Se l’Isis lanciasse il suo servizio streaming, contattereste subito il vostro agente, vero?».

Il comico inglese si congeda dalla platea, con un consiglio per gli attori che di lì a poco avrebbero vinto: «Se vincete un premio stanotte, non usate questo palco per fare discorsi politici. Non siete nella posizione di fare lezioncine al pubblico su nulla. Non sapete nulla del mondo reale. La maggior parte di voi ha passato meno tempo dietro i banchi di scuola di Greta Thunberg. Quindi, se vincete, venite qui, accettate il vostro “premietto”, ringraziate il vostro agente e il vostro dio e andate a fan***o».

Proverbiale la smorfia di Tom Hanks in chiusura.

Contributo video: @Stamatis / Twitter

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