Libia, le forze del generale Haftar prendono Sirte. Il portavoce: «La città è stata liberata dai terroristi»
Le forze del generale Khalifa Haftar, hanno preso il controllo di Sirte, scacciando le milizie che sostengono l’esecutivo del premier Fayez al-Sarraj. L’annuncio ufficiale è stato dato dal portavoce delle forze di Haftar, Ahmad al-Mesmari: «Sirte è stata completamente liberata dai gruppi di terroristi».
«Le milizie del Governo di accordo nazionale si ritirano da Sirte. L’Esercito arabo libico entra a Sirte», aveva rivelato in un tweet l’emittente di sole notizie al-Hadath del gruppo Al-Arabiya, citando il proprio corrispondente e riferendosi all’importante città libica sull’omonimo Golfo.
NEW — LNA enters the city center of Sirte, per Sky News, Al Arabiya and Al Hadath
— Ragıp Soylu (@ragipsoylu) January 6, 2020
«L’esercito nazionale libico controlla la base della brigata al Saedi all’est di Sirte», precisa un altro tweet dell’emittente panaraba riferendosi alle milizie di cui il maresciallo di campo Haftar è comandante generale. «La Marina dell’Esercito libico controlla il porto di Sirte secondo fonti di al-Arabiya al-Hadath», viene aggiunto secondo quanto riporta l’Ansa.
NEW — UN-backed Libyan govt is getting defeated in the city of Sirte.
— Ragıp Soylu (@ragipsoylu) January 6, 2020
Haftar’s LNA is already controlling the Sirte port per Al Arabiya pic.twitter.com/PGOFxDeoUt
L’Esercito nazionale libico (Lna) «controlla la maggior parte di Sirte», sostiene anche il sito The Libyan Address, molto vicino alle forze di Haftar. Per contro, un tweet del Libya Observer, sito filo-Sarraj, scrive che «sono scoppiati degli scontri a 20 km a est della città di Sirte tra forze governative e gruppi di miliziani di Haftar».
#Libya‘s warlord Haftar Forces(LNA) captured the al-Qardabiya base in the south of Sirte,the forces seen also in the east of #Sirte.
— Mete Sohtaoğlu (@metesohtaoglu) January 6, 2020
pic.twitter.com/P1KzYr5say
La Libia «che dista a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste» è «una delle priorità» per l’Italia, scrive oggi su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che sottolinea: «Sono in continuo contatto con i
miei omologhi europei e non solo. L’8 sarò al Cairo, poi Algeria e Tunisia. Questo pomeriggio faremo il punto alla Farnesina sugli ultimi sviluppi».
Il primo cadavere di un migrante del 2020
Nel frattempo è stato rinvenuto su una spiaggia di Sirte, nell’omonimo golfo libico, un corpo che un media libico individua come quello di «un migrante»: si tratterebbe dunque della prima vittima un tragico fenomeno che l’anno scorso è costato la vita a quasi 1.300 persone.
«Corpo di un migrante morto su una spiaggia di Sirte», si limita a scrivere un tweet del sito Libya Observer rilanciando una foto della Mezzaluna rossa libica in assenza di attendibili segnalazioni analoghe nei giorni scorsi.
Come confermato dall’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, il Mediterraneo anche nel 2019 si è confermato micidiale per i migranti: il numero di morti, 1.283 senza contare le centinaia di persone finite nel cono d’ombra dei barconi-fantasma di cui non è certo ma neanche escluso il naufragio, si è quasi dimezzato rispetto al 2018.
La cifra ha fatto salire il totale dal 2014 a quasi 20 mila vittime. Gli arrivi di migranti in Europa, nel complesso in calo del 5% a meno di 111 mila, si sono dimezzati in Italia e raddoppiati in Grecia.
Onu: «Situazione desolante»
L’inviato speciale dell’Onu, Ghassan Salamé, parlando ai giornalisti al termine delle consultazioni a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza ha dichiarato: «La situazione in Libia è particolarmente difficile in questo momento, confesso che è desolante». In primis ha citato l’attacco all’Accademia militare a Tripoli, compiuto probabilmente da «un paese che supporta l’Esercito Nazionale Libico (Lna)» di Haftar, ha detto, senza ulteriori dettagli.
«Quello che chiedo a questi Paesi è chiaro: state fuori dalla Libia – ha aggiunto l’inviato dell’Onu – ci sono abbastanza armi e mercenari, basta inviare armi e mercenari. Fermate tutti i tipi di interferenza straniera». «Quando è troppo è troppo, i libici hanno sofferto abbastanza», ha sottolineato ancora Salamè: «non c’è una soluzione militare in Libia, so che sembra un cliché dell’Onu ma in questo caso non lo è».
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Foto di copertina: Mete Sohtaoğlu / Twitter