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Libia, Di Maio in Turchia: «Serve un cessate il fuoco. Stop alle interferenze»

08 Gennaio 2020 - 02:00 Redazione
«Il nostro obiettivo è raggiungere la pace e per raggiungere la pace serve un cessate il fuoco e serve una data immediatamente per la conferenza di Berlino»

Il ministro degli Esteri italiano, dopo un colloquio a Istanbul con il suo omologo turco Mevlut Cavusoglu, ha auspicato che in Libia si arrivi a un cessate il fuoco che permetta anche di fissare la data per la conferenza di Berlino, e ha chiesto che nel Paese cessino le interferenze straniere. «Credo che la questione libica abbia un problema più grande (delle interferenze turche ndr): le interferenze in generale», ha spiegato il titolare della Farnesina. «Questa è diventata una guerra in cui ci sono un sacco di Paesi che interferiscono», ha osservato Di Maio, «il nostro obiettivo è raggiungere la pace e per raggiungere la pace serve un cessate il fuoco e serve una data immediatamente per la conferenza di Berlino, perché è una conferenza che mette intorno al tavolo tutti i Paesi che hanno interferenze per quanto riguarda la guerra civile in Libia».

https://twitter.com/MevlutCavusoglu/status/1214647241195032582

L’Italia vuole un «dialogo con tutti i Paesi che hanno un’influenza in Libia per trovare una soluzione», ha spiegato Di Maio. «Stasera, il significato di questo incontro è che è importante dialogare con tutti, coltivare un rapporto con tutti i soggetti che possono avere un’influenza sulla questione libica e trovare una soluzione tutti insieme», ha detto il titolare della Farnesina. «Siamo d’accordo ad aprire un tavolo tecnico con la Turchia – ha continuato – ma anche con la Russia perché in questo momento, partner come gli Stati Uniti e Paesi importanti come Russia, Egitto e Turchia, sono fondamentali per trovare una soluzione in Libia». «La Libia ci interessa più di tutti gli altri Paesi perché è a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste», ha detto Di Maio, «non c’e oggi solo un problema di immigrazione, ma c’e anche un rischio terrorismo, perché l’instabilità crea terrorismo».

«Quella in corso è una guerra per procura – ha scritto Di Maio su Facebook, dopo essere rientrato in Italia – dobbiamo essere franchi e parlarci chiaro, puntando al dialogo e coinvolgendo tutti. È quello che stiamo facendo come governo. Lo ripetiamo: non esistono soluzioni militari alla crisi in corso». «Ricordiamo bene gli errori del passato, in particolare l’intervento Nato del 2011. Certi errori non si possono più ripetere. Non ce lo possiamo permettere come Italia e non ce lo possiamo permettere come Europa.
Serve subito un cessate il fuoco», ha ribadito il ministro degli Esteri italiano.

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