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Usa-Iran, Trump: «Rispetterò la legge sui siti culturali». E sul ritiro dall’Iraq: «Ora sarebbe la cosa peggiore»

07 Gennaio 2020 - 21:45 Redazione
«Se quella è la legge, mi piace rispettare la legge» mentre «a loro è permesso mutilare» e «uccidere la nostra gente». «Siamo pronti. Siamo totalmente pronti» e «attaccheremo come rappresaglia se sarà necessario»

Nei giorni scorsi Donald Trump aveva avvertito Teheran che non avrebbe risparmiato il suo patrimonio culturale nel caso di una risposta del governo iraniano all’uccisione del generale Soleimani. Il presidente americano ora fa marcia indietro e annuncia dalla Casa Bianca di voler «rispettare la legge» dopo aver minacciato più volte di colpire i siti culturali dell’Iran. Ma il suo tono resta polemico: «Se quella è la legge, mi piace rispettare la legge» mentre «a loro è permesso mutilare» e «uccidere la nostra gente».

Durante la visita del premier greco Kyriakos Mitsotakis, il presidente americano ha però ribadito che gli USA sono pronti a rispondere a qualsiasi rappresaglia iraniana.

«Siamo pronti. Siamo totalmente pronti» e «attaccheremo come rappresaglia se sarà necessario», ha avvertito Trump, dichiarando che l’uccisione di Soleimani è stata una risposta alle provocazioni di Teheran. «Hanno iniziato loro con due morti, in poco tempo. Gente brutalmente ferita. Prima ancora c’erano stati altri attacchi e guardate a cosa (Soleimani) stava pianificando», ha detto il presidente Usa, citando una minaccia diretta per l’America.

Sul presunto ritiro dall’Iraq, Trump rimane invece fermo sulla sua posizione e dice di non sapere nulla di una lettera che sarebbe circolata ieri che suggerisce in modo impreciso che gli Stati Uniti ritirerebbero le truppe dall’Iraq.

Parlando nello Studio Ovale, il presidente ha detto di non essere a conoscenza del documento. Il suo segretario di Stato, che era anche lui nello Studio Ovale, ha definito la lettera un «errore».

Parlando della presenza Usa a Baghdad, Trump ha sottolineato che un ritiro americano adesso «sarebbe la soluzione peggiore per l’Iraq», perché «rafforzerebbe l’appoggio iraniano». «Prima o poi lasceremo l’Iraq – ha detto Trump – ma non adesso».

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