Giovanni, il “guerriero sorridente” malato di cancro: «Troppo dolore, scelgo la sedazione profonda»
«Forza guerriero, non mollare», da ieri il profilo Facebook di Giovanni Custodero è tappezzato di messaggi di questo genere. Lui ha 26 anni, è un ex calciatore di Pezze di Greco, frazione di Fasano in provincia di Brindisi, ed è malato di cancro. Il 6 gennaio, però, con un post sui social, ha annunciato di aver scelto la sedazione profonda per lenire il suo dolore. Non ce la fa più, è stremato.
Portiere di calcio a 5 in C2 con la maglia del Fasano, è affetto da sarcoma osseo, tumore maligno scoperto nel 2017 che ha combattuto in tutti i modi, con grande forza e coraggio, condividendo alcuni momenti di questo difficile percorso proprio sui social.
L’annuncio sui social
In un post, pubblicato qualche giorno fa, ha spiegato di aver scelto la sedazione profonda: «Eccoci arrivati alla battaglia finale, siamo io e lui, uno dinanzi all’altro e io lo guardo in faccia. Capisco che è forte mentre io sono ormai stanco […] Ora che le feste sono finite, ho deciso che non posso continuare a far prevalere il dolore fisico e la sofferenza su ciò che il destino ha in serbo per me. Da domani sarò sedato e potrò alleviare il mio malessere. Spero di essere stato d’aiuto a molte persone. Per questo voglio per l’ultima volta ringraziarvi per ciò che siete stati, siete e sarete sempre: la mia forza».
Qualche giorno prima, sempre su Facebook, aveva aggiunto: «Ci sono voluti quasi 4 anni, 6 interventi, diversi cicli di radioterapia su più punti del mio corpo per abbattere il mio fisico. È ormai un mese che sono bloccato dentro il mio letto ed ora sono all’estremo delle mie forze […] Non augurerei questa sofferenza neanche al mio peggior nemico, ma qualcuno doveva pur beccarsela».
La malattia
Giovanni non si è mai fermato un attimo. Un guerriero, una forza della natura che, però, dopo anni di cure, non ha più le forze per combattere il male che si è impossessato del suo corpo.
Dall’amputazione della gamba sinistra alle sedute di chemio e radioterapia, dalla notizia che il tumore si fosse esteso anche a femori, clavicola sinistra e cranio fino alla decisione della sedazione profonda (diversa dall’eutanasia, in questo caso infatti non viene accelerato il percorso che porta il paziente al decesso).
«Qual è la cosa brutta dei trattamenti di radio e chemio? Che ti distruggono tutto – scriveva un mese fa – quando va più volte su determinati punti ti sgretola piano piano le ossa e non c’ è motivazione, forza, coraggio o orgoglio che ti tiene salda perfettamente l’ossatura. Basta una piccolezza come un movimento errato, una distrazione o una piccola botta per spezzarsi. E quando succede non puoi far altro che capire e accettare di ricominciare tutto da capo. Ora mi ritrovo lì, a dovermi rialzare, dopo l’ennesima caduta, sempre più bionico, sempre più stanco, sempre più in gabbia».
Un «guerriero sorridente»
Nell’ottobre del 2019 i calciatori del Lecce, nel corso della partita contro la Juve, hanno indossato le magliette “Smiling warrior”, realizzate dai suoi amici, per sostenere le spese mediche affrontate dalla sua famiglia che gli è sempre stata accanto.
Una storia che ricorda molto quella di Luca Cardillo, un ragazzo siciliano sempre sorridente che, nonostante l’avanzare della malattia (aveva un tumore maligno alla gamba destra, ndr) e nonostante il dolore, ha combattuto fino alla fine. In questo caso il giovane era riuscito a partire per gli USA grazie a una mobilitazione social. Rientrato in Italia, è deceduto dopo alcuni giorni.
Foto da Facebook