Iran, Rouhani agli Usa: «Taglieremo i tuoi piedi dalla regione»
È partita la risposta iraniana all’omicidio del generale Qasem Soleimani: la notte tra il 7 e l’8 gennaio oltre dodici missili hanno colpito la base americana di Ain al-Assad, a ovest di Baghdad, dove sono stazionate le truppe americane. Non ci sono ancora notizie certe sulle vittime, benché i media iraniani parlino di 80 morti. La rivendicazione dell’attacco è stata immediata. La Guida Suprema dell’Iran Ali Khamenei ha dichiarato che «i missili di stanotte solo uno schiaffo, la vendetta è un’altra cosa». Il suo consigliere, Saeed Jalili, ha twittato la bandiera del Paese, un chiaro riferimento al tweet con cui Donald Trump ha celebrato l’uccisione di Soleimani.
Rouhani: «Taglieremo i piedi agli Usa»
«Hai tagliato le braccia al generale Qasem Soleimani, noi taglieremo i tuoi piedi dalla regione», ha affermato il presidente Hassan Rouhani parlando dell’uccisione del generale e giustificando così la risposta iraniana che ha attaccato le basi americane sul territorio iracheno.
Zarif: «Legittima difesa»
A metà mattinata, il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif ha affermato che l’attacco è stato condotto per «legittima difesa» contro un «attacco terroristico». «Subito dopo l’operazione – ha aggiunto Zarif – abbiamo mandato un messaggio agli americani usando i canali convenzionali».
Takht-e Ravanchi: «Diritto all’autodifesa»
La posizione iraniana è stata comunicata ufficialmente alle Nazioni Unite. In una lettera inviata al segretario generale Antonio Guterres, l’ambasciatore di Teheran all’Onu, Majid Takht-e Ravanchi ha ribadito che l’Iran «non vuole la guerra» con gli Stati Uniti, ma si riserva il «diritto all’autodifesa» e «prenderà tutte le necessarie e proporzionate misure contro ogni minaccia o uso della forza».
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