Il monitoraggio dell’aria? Parte dal basso. Il comitato che distribuisce centraline da mettere in casa – L’intervista
Scienza partecipata. Una formula che può far rabbrividire chi conosce bene gli effetti della disinformazione sui vaccini o sulle cellule staminali. Per il comitato Cittadini per l’Aria questa formula non indica però che chiunque può diffondere le proprie teorie scientifiche ma che chiunque può prestarsi per raccogliere dati per la ricerca.
Cittadini per l’Aria è un comitato che si occupa di lanciare campagne per il monitoraggio dal basso della quantità di inquinanti presenti nell’atmosfera delle grandi città. Tema che ciclicamente torna all’ordine del giorno, soprattutto ora che le condizioni atmosferiche hanno portato a una serie di stop forzati per le automobili nel Nord Italia.
L’ultima raccolta di sottoscrizioni terminerà il 20 gennaio. Il percorso da seguire per partecipare parte dal portale del comitato. Si ordina un campionatore, lo si dispone vicino alla strada secondo le indicazioni e poi lo si riconsegna alla fine del monitoraggio. La campagna è organizzata in tre città: Roma, Milano e Napoli.
Questa iniziativa rigaurda una molecola in particolare: la NO2 , il diossido di azoto. A spiegare a Open come è nato il progetto è Anna Gerometta.
Cos’è la NO2?
«Diossido di azoto. È un gas, un radicale libero associato alla presenza degli altri inquinanti provenienti dai veicoli che sfruttano i combustibili fossili. Si dice che è un proxy, un indicatore, del traffico».
Quali sono le conseguenze per l’organismo?
«L’NO2 è ricollegato a un elenco quasi infinito di malattie. Anzitutto asma, ma anche tumori. L’NO2 entra nel nostro sistema circolatorio e si porta dietro una serie di altri inquinanti».
Ci sono prove scientifiche?
«Sì, sono stati fatti diversi studi scientifici, legati soprattutto al tumore al seno. Ci sono anche correlazioni tra l’NO, una melocola legata all’NO2, e l’autismo».
Perchè avete deciso di monitarlo?
«Perchè uccide, fa venire l’asma e riduce lo sviluppo polmonare dei bambini. Il fatto che il polmone non si sviluppi nella sua completezza induce rischio di suscettibilità a infezioni o irritazioni che possono sfociare in patologie più gravi».
Non bastano i dati dei monitoraggi di Arpa?
«Anche Arpa misura il diossido di azoto. Noi però lo facciamo dal basso. È una forma di scienza partecipata che dà ai ricercatori un sacco di dati, che consente di avere una serie di dati più particolareggiati tra Roma e Milano.
Con il nostro progetto i cittadini possono contribuire a descrivere una situazione per migliorarla. Nel 2018 gli epidemiologi l’hanno utilizzato per stabilire che a Milano ogni anno muoioono 600 persone per la violazione dei limiti di legge delle sostanze inquinanti nell’aria.
Dopo tre settimane, il sindaco Giuseppe Sala ha annunciato l’Area B».
Come sono andate le prime campagne?
«Dopo la prima campagna siamo rimasti increduli: 150 persone hanno aderito e abbiamo riscontrato che il 97% dei punti di controllo era fuori legge: l’NO2 era presente in quantità eccessiva, oltre i 40 microgrammi per metro cubo».
Cosa verrà fatto poi dei dati raccolti?
«I dati verranno elaborarti dal laboratorio che ci fornisce il sistema per riconoscere la quantità di NO2 nell’aria. In seguito verranno resi accessibili a chiunque ne avrà bisogno».
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