Taglio dei parlamentari, mancano le firme. Slitta il deposito in Cassazione
Dovevano essere depositate venerdì 10 gennaio le 64 firme dei senatori raccolte per la richiesta di referendum confermativo sul taglio dei parlamentari, ma l’atto slitterà, poiché mancano alcune delle firme necessarie.
«In 4 hanno ritirato le firme, ma altri si stanno aggiungendo per cui per correttezza abbiamo chiesto alla Cassazione uno slittamento», ha commentato Andrea Cangini di Forza Italia, assicurando che le firme verranno comunque depositate entro il 12 gennaio, termine ultimo per la presentazione dell’atto in Cassazione.
Dopo tale data la Cassazione avrà un mese per verificare la validità delle firme, dopodiché il governo dovrà indire il referendum entro due mesi. Una chiamata al voto sulla misura fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, e votata lo scorso 10 ottobre, che verosimilmente avrà luogo tra maggio e giugno 2020.
Cosa prevede il taglio dei parlamentari
La riforma prevede la riduzione del numero dei deputati e dei senatori, che passeranno rispettivamente da 630 a 400 nel caso della Camera e da 315 a 200 nel caso del Senato. Inoltre verranno decurtati i seggi dei deputati e dei senatori eletti all’estero, che passeranno rispettivamente da 12 a 8 e da 6 a 4.
La riforma modifica inoltre l’art.59 della Costituzione, riducendo il numero massimo di senatori a vita a cinque. «Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario – si legge nell’articolo riformulato – Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal Presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque».
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