20 anni fa, in Italia, il primo episodio dei Pokémon. Vi ricordate come tutto è iniziato?
L’inizio di una grande avventura. O di un grande franchise. Il 10 gennaio del 2000 Italia 1 ha trasmesso la prima puntata dell’anime Pokémon. È stato questo il momento in cui, almeno in Italia, i Pokémon hanno smesso di essere un videogioco solo per gli appassionati di Game Boy e sono diventati la principale ossessione dei bambini nati negli anni ’90.
“Pokemania” la chiamavano i giornali. E in effetti era difficile trovare un altro modo per definirla. Dall’anime i bambni sono passati a Pokemon Versione Rossa e Pokemon Versione Blu, due titoli che nel corso degli anni sono arrivati a vendere 31,38 milioni di cartucce. E poi ancora l’album delle figurine, le carte collezionabili, le merendine, le magliette, i ciondoli. Qualsiasi cosa fosse in grado di ospitare un logo.
Dopo quel primo episodio ne sono arrivati altri 1095, e poi 22 film, 77 videogiochi e 8 generazioni di Pokémon. Oltre alle carte collezionabili, nel 2019 una carta Pikachu Illustrator è stata venduta per 195mila dollari. Un franchise che ha dimostrato di non essere solo per i nostalgici.
Basta un Pokémon sullo schermo, e il record è fatto
L’estate 2016 è stata quella di Pokémon Go, il gioco per smartphone che ha portato i Pokémon nella realtà aumentata. Nell’agosto del 2019, a tre anni dal lancio, l’applicazione ha superato il miliardo di download.
Nel novembre 2019 Game Freak, l’azienda che fin dall’inizio sviluppa i videogiochi della serie principale, ha rilasciato per Nintendo Switch Pokémon Spada e Pokémon Scudo.
Nella prima settimana i due titoli hanno venduto 6 milioni di copie, record di sempre per la console portatile di Nintendo. E dopo meno di tre mesi, il 9 gennaio, Game Freak ha annunciato le prossime due espansioni: L’isola solitaria dell’armatura e Le terre innevate della corona.
E tutto è iniziato da una collezione di insetti
È difficile trovare una sola chiave della fortuna dei Pokémon. C’è il collezionismo, c’è la possibilità di vivere un’avventura personalizzata allenando e facendo combattere la propria squadra di mostriciattoli, c’è la possibilità di giocare con altri, prima con il famigerato “cavetto” ora con la modalità multiplayer.
E forse, per i più grandi, c’è anche quell’alone di nostalgia che ricorda l’infanzia, quando il problema più grande era come trovare il dannatissimo Mew e non capire se la banca sia disposta a concedere un mutuo per un bilocale in provincia. A proposito, il metodo che prevede strani giri alla Motonave Anna era una fake news. Qui una guida completa per chi vuole riprovare a catturare il 151° Pokémon.
Se bisogna però ricordare come tutto è inziato, bisogna riprendere le dichiarazioni di Satoshi Tajiri, l’uomo che per Nintendo ha creato il primo videogioco sui Pokémon, quello che ha dato vita a tutto il franchise. È lui a raccontare come l’idea di creare un titolo in cui lo scopo fosse catturare mostriciattoli nascesse dalla sua passione per il collezionare insetti, passatempo non così strano per i giovani giapponesi.
Il primo Pokèmon mai disegnato
Nella prima generazione i Pokémon erano 151. Oggi hanno superato gli 800. I primi due che vediamo nell’anime sono Gengar e Nidorino, intenti a combattere in un’arena, mentre sulle copertine dei primi giochi arrivati in Italia c’erano Charizard e Blastoise, le forme finali (almeno per l’epoca) degli starter di prima generazione.
Eppure il primo Pokémon mai disegnato non era nessuno di questi, e nemmeno l’iconico Pikachu, diventato il volto, o il muso, principale del marchio. Il disegnatore Ken Sugimori ha chiarito che il primo mostricciattolo mai disegnato era una bozza di Rhydon, pokémon di tipo Terra-Roccia che si evolve da Rhyorn.
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