Crisi in Libia, concluso il vertice Conte e Al-Sarraj. Il premier libico: «Disponibili a una tregua, ma Haftar deve ritirarsi»
È durato quasi tre ore il colloquio a palazzo Chigi tra Giuseppe Conte e il premier libico Fayez al-Sarraj, concluso con un invito da parte del presidente del Consiglio italiano a un immediato cessato il fuoco e a una soluzione politica della crisi libica con un intervento deciso dell’Unione europea. Conte ha annunciato che sarà in Turchia lunedì 13 gennaio e il giorno dopo in Egitto.
«Siamo estremamente preoccupati per l’escalation» in Libia: «gli ultimi sviluppi stanno rendendo un paese una polveriera con forti ripercussioni, temiamo, sull’intera regione». Bisogna «assolutamente fermare il conflitto interno e le interferenze esterne”. Lo dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte al termine dell’incontro con il primo ministro libico Fayez Sarraj.
«L’Italia ha sempre linearmente, coerentemente lavorato per una soluzione politica, per contrastare l’opzione militare, ritenendo l’opzione politica l’unica prospettiva che possa garantire al popolo libico benessere e prosperità. Non abbiamo altri obiettivi, non abbiamo agende nascoste».
«Possiamo rivendicare come Italia e governo in particolare, una posizione lineare e coerente nel linguaggio, nelle azioni e negli obiettivi. Abbiamo concordato con Sarraj di istituire una commissione congiunta per completare quel processo sulle compensazioni abbozzato e poi interrotto nel 2014 con la guerra».
L’apertura di Al-Sarraj
Il presidente libico ha riconosciuto il ruolo importante dell’Italia nella soluzione della crisi di Tropoli, ma ha ancora una volta attaccato l’avversario Haftar: «L’attacco di Haftar – quello del 4 gennaio all’Accademia militare – crea un impedimento anche all’organizzazione della conferenza di Berlino, che punta al raggiungimento di una soluzione politica».
Sulla proposta di un cessate un fuoco chiesta da Russia e Turchia, Al-Sarraj si è detto disponibile: «Ma non lo è altrettanto la fazione a noi avversa, che prima deve ritirarsi».
«Siamo estremamente convinti della bontà della conferenza di Berlino – ha detto il premier libico – che tende a ripristinare il processo politico che per noi è molto importante e apprezziamo gli sforzi in questa direzione, con il coinvolgimento della Germania ma anche di Paesi vicini a noi come l’Algeria e la Tunisia».
«Confidiamo che questa iniziativa possa porre fine all’offensiva di cui soffriamo e che si traduce anche nell’invio di armi e supporto militare di Paesi terzi alla fazione che attacca. Ci auguriamo che possa aiutarci a porre fine a ciò – aggiunge – Sappiamo che ogni Paese mira sempre a difendere i propri interessi ma ciò può essere fatto in maniera etica, morale e giusta, perciò siamo costretti ad assumere una posizione difensiva e difendere i nostri diritti».
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