La guerra con i droni: dai 563 attacchi di Obama alla “falciatrice” di Trump
L’uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani, che ha portato USA e Iran sull’orlo della guerra, si caratterizza anche per una particolarità: è il primo caso in cui un drone è stato utilizzato per eliminare il comandante militare di un Paese straniero. Si tratta di un Mq-9 equipaggiato con missili Hellfire a guida laser: un velivolo senza pilota dal costo di 64 milioni di dollari.
Venti metri di apertura alare, il drone è in dotazione anche all’aviazione italiana ed è considerato il massimo della tecnologia nel campo degli arei senza pilota e invisibili ai radar: si tratta infatti di uno “stealth”, il più temuto al mondo perché in grado di volare a un’altezza superiore rispetto a quella di un aereo commerciale, senza perdere potenza di fuoco. Viene chiamato Reaper, che significa falciatrice ma, in gergo, anche “lugubre mietitore”.
Barack Obama ha usato ampiamente questa tecnologia: come risposta a guerriglie in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Somalia e Yemen, secondo i dati del Bureau of Investigative Journalism negli otto anni del suo mandato, dal 2008 al 2016, sono stati effettuati 563 attacchi, in gran parte con i droni. Nelle operazioni sono morti più di trecento civili.
Donald Trump ha intensificato l’uso delle nuove tecnologie belliche e ha scelto proprio il super-drone per per eliminare Soleimani, capo di una rete del terrore a cui è attribuita la morte di più di seicento soldati americani. L’operazione, dal punto di vista militare, è stata perfetta: l’obiettivo è stato centrato, in questo caso, senza colpire civili.
Mediante l’uso delle telecamere dell’Mq-9 è stata possibile l’individuazione non solo di Soleimani, ma, come ha raccontato ai media americani Brett Velicovich, veterano di guerra che ha diretto operazioni di droni in Afghanistan, «anche il tipo di vestito che il generale indossava». Insieme a Soleimani sono ìstate uccise altre nove persone, che facevano parte del convoglio che aveva accolto Soleimani all’arrivo all’aeroporto di Baghdad. Tra le vittime, Abud Mahdi Al-Muhandis, capo del gruppo terroristico iracheno Kataib.
Il drone è stato utilizzato in operazioni militari per la prima volta durante la prima guerra del Golfo, ma con compiti diversi rispetto agli attuali: nel ’91 droni Pioneer e Pointer vennero usati per sorvegliare il confine tra Arabia Saudita e Kuwait. Negli anni Duemila la tecnologia è passata a guidare attacchi militari con alterne fortune.
Nel 2001, il Predator mancò il Mullah Omar, un anno dopo uccise per errore un gruppo di uomini scambiando uno di loro per il capo di Al Qaeda, Osama bin Laden. Sotto la presidenza di George W. Bush gli attacchi lanciati con i droni erano stati 57. Con Obama si sono decuplicati. Con Trump, diversificati. Così The Reaper, il super-drone è entrato nella storia americana.
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