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Roma, Sardine a Centocelle e Testaccio. Accoglienza tiepida in periferia: «Qui la gente è scontenta» – Video

11 Gennaio 2020 - 15:30 Giulia Marchina
Giudizio clemente dai residenti del quartiere presenti al presidio. Perdonano al movimento il fatto di essere appena nato

Roma, piazza dei Mirti, quartiere di Centocelle, periferia sud-est. È questa una delle tappe del tour “Sardina amplifica Sardina” delle periferie voluto dai portavoce del movimento delle Sardine.

Un tour in cui è compreso anche il quartiere Testaccio, che poco ha a che fare con le periferie, dato che è centro storico – che toccherà nelle prossime ore anche i quartieri di San Lorenzo, Tor Bella Monaca e Cinecittà.

È una zona politicamente molto attiva, quella di Centocelle, da sempre. Ne sono dimostrazione, tra l’altro, le centinaia di persone scese in piazza un paio di mesi fa dopo l’incendio divampato nella libreria La Pecora Elettrica. In quell’occasione Roma aveva risposto in maniera quasi inaspettata, innescando dibattiti politici e polemiche sulla gestione della zona.

Eppure le Sardine qui non attecchiscono, non sfondano la barriera di scontentezza che da tempo, ormai, caratterizza le periferie romane. Saranno presenti all’appello venti persone, verso mezzogiorno. Aumentano, diventato venticinque verso mezzogiorno e mezza.

Poi arriva il pullmino Valkswagen – reminiscenza dei tempi hyppie: all’interno parte dello stato maggiore degli ittici romani. Nell’autoradio suona Bella ciao – com’è consuetudine – e dal tettuccio spunta una bandiera. Strano a dirsi, ma all’arrivo dei “big”, i pochi scesi in piazza si dileguano. Rimaniamo in dieci.

Sono lontani i numeri record registrati a Bologna prima e in piazza San Giovanni, nella Capitale, dopo. Certo è che non ci si potesse aspettare un’adesione fiume come per le manifestazioni precedenti, ma la situazione, il sentore è che ai margini della città in pochissimi vogliano sapere di movimenti ittici e proteste contro “gli odiatori”.

«No, non è vero che c’è poca affluenza», dice Sara Nazzarri, referente delle sardine romane. «Siamo felici del risultato ottenuto finora. Noi di certo non siamo qui a fare le veci della politica e sappiamo quanto sia difficile imporsi nella periferia, qui la gente è scontenta».

Un’immagine del presidio a Testaccio

Giudizio clemente anche per i residenti del quartiere presenti al presidio che perdonano alle Sardine di essere un movimento ancora in fase embrionale e che per questo ha bisogno di tempo per prendere terreno.

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