Sondaggi, per un italiano su due l’uccisione di Soleimani è stata «un errore». E in caso di guerra l’Italia deve rimanere «neutrale»
Uccidere il generale iraniano Soleimani è stato un grave errore da parte del governo americano. Uno sbaglio che ora rischia di innescare una guerra dalle conseguenze imprevedibili. A pensarlo, secondo il sondaggio Ipsos realizzato per il Corriere della Sera, è il 49% degli italiani, praticamente uno su due. Il 27% degli intervistati considera l’azione «comprensibile», ma la giudica comunque eccessiva per i rischi di destabilizzazione dell’area. Solo l’8% la giudica totalmente «giusta».
Il 59% è convinto che la crisi Usa-Iran potrebbe provocare una guerra. E, in caso di conflitto, per il 43% degli intervistati l’Italia dovrebbe mantenersi neutrale, mentre per il 10% si dovrebbe schierare contro gli Stati Uniti. Per il 16% non c’è il rischio di una guerra. Ben il 34% del campione ha preferito non rispondere. Per quanto riguarda invece la crisi libica, se l’Italia sembra essere in secondo piano nelle relazioni internazionali è colpa dei governi precedenti. A pensarlo è il 41% degli intervistati. Per il 43%, poi, l’Italia dovrebbe rimanere defilata, mentre per il 38% dovrebbe tornare a essere un interlocutore privilegiato delle forze libiche.
Opinione divisa insomma, ma quello che è interessante è che a essere su posizioni contrastanti sono gli elettori del Pd e del M5s, le due forze di maggioranza: il 62% degli elettori Pd vorrebbero un ruolo di primo piano, il 62% dei grillini preferisce invece un ruolo più defilato. Pareri contrastanti anche sul ruolo dell’Ue: per il 39% dovrebbe non schierarsi, il 38% vorrebbe invece un ruolo più attivo. Anche qui elettori dem e M5s la pensano diversamente: il 57% dei dem vuole un ruolo di primo piano, il 59% dei grillini, invece, predilige il distacco.
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