Crisi in Libia, Di Maio corregge il tiro: «No a una missione militare, ma di pace come in Libano»
Se nell’intervista a La Stampa il capo politico del M5s aveva avanzato l’ipotesi dell’impiego di Caschi blu europei in Libia e «solo in un quadro di legalità internazionale sancito dall’Onu», sul possibile intervento europeo in Libia, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha corretto il tiro attraverso un post su Facebook.
«In un quadro europeo, dobbiamo tenere a modello le missioni di pace, vere, autentiche, come Unifil in Libano», ha puntualizzato Di Maio. «La Libia non sono solo migranti. Nel Paese operano numerose cellule terroristiche. La Libia per noi è una questione di sicurezza nazionale e di stabilità dell’intero Mediterraneo».
«La Libia è la dimostrazione che la guerra genera altra guerra – ha aggiunto il ministro degli Esteri – È per questo che L’Italia non sosterrà mai un altro intervento militare. Dobbiamo imparare dagli errori del passato. Alla conferenza di Berlino, l’Italia porterà questa linea, per costruire una Libia sovrana, unita e in pace».
«C’è ancora tanto lavoro da fare», sottolinea il pentastellato, che però ribadisce: «Quello di oggi è sicuramente un passo positivo dopo mesi di stallo», ricordando come «Nel raggiungimento di questo primo risultato, anche l’Italia ha fatto la sua parte».
Di Maio: «L’annuncio della tregua del conflitto in Libia è una buona notizia»
Di Maio ha comunque sottolineato che «L’annuncio della tregua del conflitto in Libia da parte del presidente Serraj e del generale Haftar è una buona notizia, perché crea spazio di ulteriore dialogo. La strada da fare è lunga, ma la direzione è quella giusta».
«Per l’Italia non esiste una risposta militare alla crisi libica e l’unico modo per arrivare alla pace è la soluzione diplomatica – prosegue il ministro degli Esteri italiano – È per questo che abbiamo lavorato incessantemente come Governo, per dare il nostro pieno sostegno alla conferenza di Berlino».
E Di Maio, dopo aver ribadito l’importanza «per giungere a una stabilità del Paese e della regione» di «coinvolgere tutti gli attori di questa guerra, metterli tutti intorno a un tavolo», riconferma il ruolo di primo piano che potrebbe giocare l’Europa.
«Se l’Europa resterà unita come lo è stata in questi giorni – si legge ancora nel post del ministro – allora potremo fermare ogni ingerenza esterna e soprattutto l’ingresso di armi in Libia. Se è vero che esiste un embargo sulle armi, dobbiamo fare in modo che sia rispettato: via terra, via aerea e via mare».
E infine Di Maio ribadisce: «Dobbiamo continuare a coinvolgere i Paesi vicini della Libia, con cui l’Italia mantiene relazioni solide. Dobbiamo continuare a sostenere il dialogo con Mosca e Ankara, affinché l’obiettivo comune della pace sia condiviso e, finalmente, raggiungibile».
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Foto di copertina: Ansa / Ettore Ferrari