Israele, scontro tra il ministro della Giustizia e quello dell’Istruzione sulle coppie Lgbtq+
Il ministro della Giustizia israeliano Amir Ohana ha aspramente criticato il suo collega Rafi Perez, ministro dell’Istruzione (nonché rabbino e leader del partito confessionale “Focolare ebraico”) per le recenti dichiarazioni omofobe, rilasciate in un’intervista al quotidiano israeliano Yediot Ahronot.
Perez, nel corso dell’intervista, ha dichiarato: «Ringraziando il cielo i miei figli sono cresciuti in un ambiente naturale e sano e mettono su le proprie famiglie basandosi su valori ebraici», sottolineando come il concetto di «famiglia normale» si possa applicare unicamente a un nucleo familiare basato «su un uomo e su una donna», ribadendo: «Non abbiamo bisogno di vergognarci di vivere in questo modo naturale».
Immediata la replica dei sindaci di Tel Aviv, Herzliya e Givatayim e del presidente dell’associazione degli insegnanti Ran Erez che, di comune accordo, hanno dato indicazione di iniziare le lezioni odierne (12 gennaio) con approfondimenti sui diritti della comunità Lgbtq+ in una società democratica.
Ma l’attacco più duro è arrivato dal ministro della Giustizia Amir Ohana, primo ministro apertamente gay di Israele, che ha definito le dichiarazioni di Perez «riprovevoli, arretrate e sbagliate». Inoltre, Ohana ha sottolineato come le affermazioni del suo collega non siano basate su «conoscenza e fatti, ma solo su pregiudizi».
Leggi anche:
- Omofobia, la denuncia di un giovane: «Picchiato da dieci persone a Milano»
- Giornata mondiale contro l’omofobia, Mattarella: «Affiora l’intolleranza ma la solidarietà prevale»
- La Fifa (finalmente) si schiera: nuove misure contro razzismo e omofobia
- Potenza, in tre la picchiano per strada perché lesbica: «Le persone come te devono morire. Vuoi fare il maschio? E mò ti faccio vedere…»
- Genitori gay, Adinolfi: «Un abominio ideologico criminale». Le reazioni: «Sei fuori dal tempo»
Foto di copertina: Pride Parade in Jerusalem, Israel, 25 June 2009 / Epa / Pavel Wolberg