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Israele, scontro tra il ministro della Giustizia e quello dell’Istruzione sulle coppie Lgbtq+

12 Gennaio 2020 - 16:19 Redazione
«Ringraziando il cielo i miei figli sono cresciuti in un ambiente naturale e sano e mettono su le proprie famiglie basandosi su valori ebraici. .Il concetto di famiglia normale si può applicare unicamente a un nucleo familiare basato su un uomo e su una donna»

Il ministro della Giustizia israeliano Amir Ohana ha aspramente criticato il suo collega Rafi Perez, ministro dell’Istruzione (nonché rabbino e leader del partito confessionale “Focolare ebraico”) per le recenti dichiarazioni omofobe, rilasciate in un’intervista al quotidiano israeliano Yediot Ahronot

Perez, nel corso dell’intervista, ha dichiarato: «Ringraziando il cielo i miei figli sono cresciuti in un ambiente naturale e sano e mettono su le proprie famiglie basandosi su valori ebraici», sottolineando come il concetto di «famiglia normale» si possa applicare unicamente a un nucleo familiare basato «su un uomo e su una donna», ribadendo: «Non abbiamo bisogno di vergognarci di vivere in questo modo naturale». 

Immediata la replica dei sindaci di Tel Aviv, Herzliya e Givatayim e del presidente dell’associazione degli insegnanti Ran Erez che, di comune accordo, hanno dato indicazione di iniziare le lezioni odierne  (12 gennaio) con approfondimenti sui diritti della comunità Lgbtq+ in una società democratica. 

Ma l’attacco più duro è arrivato dal ministro della Giustizia Amir Ohana, primo ministro apertamente gay di Israele, che ha definito le dichiarazioni di Perez «riprovevoli, arretrate e sbagliate». Inoltre, Ohana ha sottolineato come le affermazioni del suo collega non siano basate su «conoscenza e fatti, ma solo su pregiudizi». 

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Foto di copertina: Pride Parade in Jerusalem, Israel, 25 June 2009 / Epa / Pavel Wolberg

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