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Rimborsi M5s, marcia indietro: i fondi del Comitato per le rendicontazioni non andranno più a Rousseau

13 Gennaio 2020 - 17:39 Redazione
Con la modifica del regolamento entrano a far parte del direttivo del Comitato, insieme al presidente Luigi Di Maio, anche i capigruppo di Camera e Senato Davide Crippa e Gianluca Perilli

Andranno al fondo per la microimprenditorialità e non più all’associazione Rousseau i residui dei fondi diretti al Comitato per le rendicontazioni e rimborsi del M5s. Lo prevede una modifica allo Statuto del Comitato registrata venerdì scorso, 10 gennaio.

L’atto, sottoscritto – come i precedenti – davanti al notaio Luca Amato, prevede che «tutte le somme ricevute dal Comitato dovranno essere versate al Fondo appositamente costituito per il Microcredito o agli enti e soggetti individuati dagli iscritti al M5s previa consultazione on line». La durata del Comitato è prevista per statuto fino al «noventesimo giorno successivo al termine della XVIII legislatura, coincidente con lo scioglimento delle Camere e comunque sino all’integrale utilizzo dei fondi impegnati».

Con la modifica del regolamento entrano a far parte del direttivo del Comitato, insieme al presidente Luigi Di Maio, anche i capigruppo di Camera e Senato Davide Crippa e Gianluca Perilli che sostituiscono gli ex capigruppo Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli.

Il caso

Il “comitato rimborsi” è un organo centrale creato proprio per «curare attivamente l’organizzazione, l’amministrazione, il coordinamento, la disciplina, la rendicontazione e la gestione delle restituzioni degli stipendi e dei rimborsi» percepiti dai parlamentari del Movimento 5 Stelle.

L’atto costitutivo del comitato aveva stabilito che nel caso in cui, allo scioglimento dell’organo, «dovessero restare fondi a disposizione, questi verranno devoluti all’associazione Rousseau», presieduta da Davide Casaleggio e con sede a Milano.

Il trattamento economico dei parlamentari eletti, comprensivo delle quote da “restituire”, è uno dei cavalli di battaglia del M5s ed è disciplinato dallo statuto del Movimento. La doppia regola della restituzione aveva già generato proteste e malumori. 

La notizia, già un anno fa, era diventata un caso dentro il M5s. «È chiaro infatti – protestavano allora alcuni parlamentari – che si tratta di soldi che servirebbero di più al M5s che a Rousseau», verso cui gli eletti M5s destinano già una quota delle loro indennità.

In linea generale, il regolamento prevede che i portavoce M5s debbano restituire mensilmente un importo minimo pari a 2mila euro a cui si devono sommare «le eccedenze dei rimborsi non spesi per gli eventi ufficiali del Movimento 5 Stelle e quelle dell’esercizio del mandato (collaboratori, consulenze, eventi, convegni)».

In copertina Davide Casaleggio durante ”Sum#03, capire il futuro”, organizzato da Casaleggio nel terzo anniversario dalla scomparsa del padre, Ivrea, 6 aprile 2019. ANSA/ Tino Romano

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