Habemus “The New Pope”. Sorrentino celebra il suo rito nei peccati del Vaticano
Secondo il vocabolario Treccani, i rito è quel «complesso di norme, prestabilite e vincolanti la validità degli atti, che regola lo svolgimento di un’azione sacrale». E nelle religioni diventa qualcosa di più. È il tentativo di tradurre in gesti e parole l’inafferabilità di Dio, il mistico che si fonde con secoli di tradizioni. Una cerimonia fuori dal tempo, di cui si precepisce solo una cosa: la sacralità. E nei primi due episodi di The New Pope, trasmessi su Sky la sera di venerdì 11 gennaio, questa sacralità ha un sacerdote e un altare. Il sacerdote è Paolo Sorrentino, e l’altare Città del Vaticano. Il regista premio Oscar è anche ideatore e sceneggiatore, insieme a Umberto Contarello e Stefano Bises, del sequel di The Young Pope. Ed è proprio lui a riprendere le fila da dove tutto è finito. E lo fa nel modo in cui ci ha abituati negli ultimi lavori, soprattutto La Grande Bellezza e Loro. Tutto ruota attorno ai riti. Quelli sacri si mischiano con quelli profani.
– Da qui cominicano gli SPOILER –
Il rito per afferrare l’irrazionale
Questo binomio tra riti sacri e riti profani si legge in due delle prime scene dell’episodio 1. Il corpo di Pio XIII, papa Lenny Belardo, è steso su un lettino, collegato a una macchina. È completamente nudo, con giusto un quadrato di tessuto bianco fra le gambe. Una suora lo pulisce, con una spugna, con la stessa attenzione che si dedica alle reliquie. E poi con lo stesso ritmo sacrale, si sdraia sul letto e comincia a masturbarsi.
E poi ancora. Un gruppo di suore, forse novizie, che si prepara per coricarsi e con la stessa attenzione, appena chiuse le porte del dormitorio, si truccano e si preparano per una ballare illuminate da una croce coperta di neon. Una ritualità che trova la sua celebrazione più alta nel Conclave. Necessario perchè Pio XIII non accenna a svegliarsi dal coma. Conclave che peraltro è raccontato in modo straordinariamente simile nel film Netflix I due Papi, distribuito poche settimane fa.
Il terreno è pronto per un nuovo papa
Che il nuovo vescovo di Roma sarebbe stato John Brannox, interpreatato da John Malkovich, già era chiaro nei trailer che hanno annunciato la pubblicazione di The New Pope. Quello che era più difficile aspettarsi è che tra i due papati ce ne sarebbe stato un altro: quello di Francesco II. Eletto per essere un papa docile e manipolabile, il cardinale Tommaso Vigiletti decide di cambiare in pochi giorni il Vaticano. Si circonda di giovani frati francescani che sembrano più le sue guardie del corpo, apre le porte di San Pietro ai rifugiati politici, obbliga tutti i cardinali ad abbandonare le croce e gli anelli d’oro per semplici croci in legno.
Una Chiesa povera, nella sua forma più assoluta. Che forse estremizza, e dissacra, l’attenzione agli sprechi e all’esibizione della richezza arrivata con l’elezione del vero papa Francesco. Una Chiesa che indispone i cardinali al punto di fargli piangere. Ma anche una Chiesa di breve durata. Appena entrato nel caveau della Santa Sede, pronto a vendere tutte le ricchezze per donare il ricavato ai poveri, Francesco II viene colto da un infarto. Un dei tanti interventi miracolosi con cui Pio XIII, sempre steso su un lettino, sta riuscendo comunque a controllare il corso degli eventi che avvengono all’ombra di S. Pietro.
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