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Aereo caduto in Iran, il giallo sull’arresto di chi ha diffuso il video del Boeing abbattuto

14 Gennaio 2020 - 22:39 Redazione
Nariman Gharib, fonte del New York Times e unica persona in contatto con l’autore del video, ha smentito l'ipotesi che si tratti dell'autore del video

L’unica certezza, a quanto pare, è che una persona è finita agli arresti per la diffusione del video in cui si vede un missile iraniano colpire il Boeing 737 della Ukraine Airlines con 176 persone a bordo. Secondo alcuni si tratterebbe dell’autore del filmano, per altri invece è colui che ha caricato il video.

È circolata infatti la notizia che la persona arrestata fosse l’autore del video del Boeing abbattuto. Ma Nariman Gharib, fonte del New York Times e unica persona in contatto con l’autore del video, ha smentito categoricamente tale ipotesi. 

Per il Jerusalem Post, che menziona fonti dell’agenzia Reuters, si tratterebbe invece di chi ha caricato il video. Un portavoce dei vertici delle Guardie della rivoluzione avrebbe inoltre riferito che non verranno rilasciati ulteriori dettagli. 

Gharib, dal suo account Twitter, ha annunciato: «È stata arrestata la persona sbagliata. Chi ha realizzato il video è al sicuro, mentre il Corpo delle guardie della rivoluzione islamica sta orchestrando un’altra menzogna. L’unica cosa vera, in questa storia, è che hanno ucciso 176 passeggeri su un aereo di linea». 

Gharib, mediante il suo account Twitter, ha altresì chiesto al primo ministro canadese Justin Trudeau di «intervenire sulla questione, e di chiedere il rilascio delle persone arrestate erroneamente». In questo caso, Gharib però parla al plurale, facendo intendere che siano state arrestate più persone, e ribadendo che la fonte originaria sia «al sicuro» e stia bene. 

Un’ipotesi, quella di più arresti legati alla registrazione e alla diffusione del video dell’abbattimento dell’aereo ucraino, paventata anche da altre fonti che sostengono che sia invece stato arrestato l’autore di un secondo video. Ma a sostegno di tale ipotesi non vi è alcuna fonte certa. 

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Foto di copertina: Ansa / Abedin Taherkenareh

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