Crisi in Libia, l’allarme del ministro russo Lavrov: estremisti in fuga dalla Siria pronti a combattere a Tripoli
La crisi libica rischia di degenerare in una situazione simile a quella della Siria fino a pochi mesi fa. E l’ultimo parziale fallimento diplomatico a Mosca, con la mancata firma di Khalifa Haftar al documento di tregua proposto da Vladimir Putin, potrebbe spianare la strada a nuove minacce in Libia, come l’arrivo di forze “estremiste” in fuga dal territorio siriano. A lanciare l’allarme è il ministro degli esteri russo, Serghei Lavrov, secondo il quale «gli estremisti hanno perso le loro posizioni a Idlib in Siria e si trasferiscono in Libia». La tregua raggiunta a Idlib per il momento regge, come ha confermato in mattinata anche il ministro della Difesa turco Hulusi Akar. E la Siria, secondo Lavrov, sarebbe ormai sotto controllo: «Il governo legittimo – ha detto il ministro russo – controlla ormai il 90% del territorio siriano. Mentre gli estremisti perdono gradualmente le loro posizioni nelle zone di conflitto a Idlib e vanno in Libia». «Non esiste alcuno Stato in Libia attualmente e il popolo libico avrà molto da perdere se dovesse ripetersi lo scenario siriano in quel territorio», ha detto Lavrov.
Leggi anche:
- La trattativa sulla pace in Libia, senza i libici: «Senza accordo con le tribù, non ci sarà alcuna soluzione»
- Libia, al-Sarraj rifiuta l’incontro con Haftar che annuncia: «Non ci ritireremo dalle posizioni conquistate»
- Libia, Conte: «Italia alleato per la democrazia». Erdogan: «Cessate il fuoco sia permanente»
- Mosca mette all’angolo Haftar: tregua comunque in vigore, e lui ha 48 ore per firmare