Iran, nuovo scontro sul nucleare. Germania, Francia e Regno Unito avviano il meccanismo di risoluzione delle dispute
«Siamo rimasti senza altra scelta, visto le azioni dell’Iran». Così Francia, Germania e Gran Bretagna tornano a sfidare il paese degli Ayatollah sul nucleare, accusandolo di aver «violato l’accordo» siglato dall’ex presidente americano Barack Obama nel 2015, con cui l’Iran si impegnava a rallentare il processo d’arricchimento dell’uranio in cambio di un alleggerimento delle sanzioni economiche.
Accordo che per mesi avevano difeso, dopo la decisione del presidente americano Donald Trump di lasciarlo alle spalle nel maggio del 2018. Adesso, però, i tre paesi europei hanno deciso – come si legge nella dichiarazione congiunta – di voler avviare il meccanismo di risoluzione delle dispute.
In light of the Iranian non compliance with the nuclear agreement, Germany, France and Great Britain have triggered the Dispute Resolution Mechanism within the framework of the #JCPoA.
— GermanForeignOffice (@GermanyDiplo) January 14, 2020
➡ joint statement of the three Foreign Ministers: https://t.co/SRmAXQ0RaF
La Commissione Congiunta (composta dai tre paesi più Russia, Iran, Cina e l’Unione europea) adesso avrà quindici giorni per risolvere il problema, dopodiché si passerà alla diplomazia dei singoli paesi (tramite i ministri degli Esteri) o a un comitato consultivo che avranno altre due settimane per proporre una soluzione, in mancanza della quella i tre Paesi potrebbero uscire dall’accordo.
Anche se questa non pare – per il momento – essere l’attenzione: «Lo facciamo in buona fede con l’obiettivo generale di preservare il PACG e nella sincera speranza di trovare una via per risolvere l’impasse attraverso un dialogo diplomatico costruttivo, preservando l’accordo e rimanendo nel suo quadro», si legge nella nota.
Il fantasma della bomba atomica dietro la decisione
La decisione sarebbe stata presa prima di Natale, prima dunque dell’uccisione del generale Soleimani, dell’attacco iraniano alla base americana in Iraq e dell’abbattimento dell’aereo ucraino, e a motivarla sarebbe stato il timore, condiviso dai tre Paesi, che Teheran possa essere molto vicina – si parla di meno di un anno – dall’essere in condizione di poter sviluppare una bomba atomica.
Lo scorso 7 luglio l’Iran aveva annunciato di aver superato i limiti dell’arricchimento di uranio previsti dall’accordo, passando dal 3,67% al 5%. Nel nuovo anno invece aveva annunciato che non avrebbe rispettato più nessuno degli impegni presi con l’accordo, aprendo però alla possibilità di un nuovo accordo nel momento in cui gli Stati Uniti fossero tornati sui loro passi.
La decisione presa dai paesi europei – insieme a Stati Uniti, Cina, Russia e l’Unione europea fautori dell’accordo con l’Iran – potrebbe comunque portare alla fine definitiva dell’accordo e al ritorno delle sanzioni europee nei confronti del paese degli Ayatollah.
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