La trattativa sulla pace in Libia, senza i libici: «Senza accordo con le tribù, non ci sarà alcuna soluzione»
Il premier del governo di accordo nazionale libico, Fayez al Serraj, e il capo dell’autoproclamato esercito nazionale, Khalifa Haftar, non parteciperanno alla Conferenza di Berlino sulla Libia, attesa per il 19 gennaio. Dopo l’annuncio di ieri da fonti del governo tedesco sulla data della tanto attesa conferenza, alcuni funzionari di Mosca hanno chiarito che i due leader rivali «Non andranno, perché la presenza libica non è prevista a questa Conferenza».
«Ma ogni meeting internazionale sulla Libia che non veda la partecipazione delle tribù libiche non rappresenta la realtà della Libia. E pertanto non porterà ad alcuna soluzione positiva», commenta così Ajeli Breni, ex ambasciatore libico in Spagna, l’esclusione dei libici dal futuro del loro Paese in un’intervista al Sole24 ore.
Brexi, coordinatore del Forum delle tribù libiche da anni si prodiga per far riconoscere l’importanza della partecipazione delle tribù libiche nel processo di stabilizzazione e di pace del Paese.
«Siamo contrari a qualsiasi presenza militare straniera. Che siano russi, turchi o altro. Vogliamo e dobbiamo sederci e risolvere i problemi tra di noi, sotto la supervisione dell’Onu e di altre organizzazioni capaci di aiutarci», afferma Breni che dopo i falliti tentativi dei giorni scorsi, con Khalifa Hafatr che anche a Mosca si è rifiutato di firmare la tregua, ribadisce il ruolo deleterio avuto dai Paesi stranieri: «Quelli che stanno lavorando oggi per risolvere il problema libico sono in parte quelli che hanno demolito la Libia, tramite la Nato, nel 2011. Non conosciamo la ragione per cui hanno escluso il Forum delle tribù da tutte le conferenze ed i vertici sulla Libia che si sono succeduti negli ultimi anni».
Una Libia divisa tra decine di tribù, divisa tra il suo supporto al Governo di unità nazionale di Sarraj a ovest e l’Esercito nazionale libico a Est. Con loro, migliaia di milizie proveniente da diverse tribù: «Nei forum che abbiamo organizzato nel 2014 e nel 2015 sono accorsi per partecipare molti rappresentanti delle diverse tribù, in complesso quasi 5-6mila persone. La nostra soluzione è una grande conferenza che includa tutte le diverse anime della Libia», dice Breni.
Mentre Turchia e Russia sono diventati i mediatori in prima linea per risolvere la crisi libiica, Breni afferma che spetti all’Unione Europea «continuare a lavorare per risolvere» la situazione.
E anche all’Italia spetta un ruolo da giocare: «Deve svolgere un ruolo di primo piano. Prima del 2011 era il nostro primo partner economico. Noi possiamo e vogliamo aiutare l’Italia nel suo ruolo di mediazione. Ma l’Italia ci ha trascurato. Non siamo nemmeno stati invitati l’anno scorso alla conferenza di Palermo».
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