Migranti, da inizio anno già 1000 riportati in Libia
Almeno 953 migranti sono stati riportati sulle coste libiche nelle prime due settimane dell’anno. La maggior parte sono sbarcati a Tripoli e tutti sono stati portati nei centri di detenzione. Lo rende noto su Twitter l’Oim, l’agenzia internazionale Onu per le migrazioni.
Tra quasi mille migranti c’erano anche 136 donne e 85 bambini, precisa l’Oim. «Quasi tutti sono stati ricondotti in Libia dalla guardia costiera libica e solo un ritorno (60 persone) è stato operato da una nave commerciale», ha precisato all’agenzia Ansa la portavoce dell’organizzazione, Safa Msehli. Le navi di ricerca e salvataggio delle Ong hanno riferito di aver salvato altre 237 persone, precisa l’Oim in una nota pubblicata a Ginevra.
I migranti in questione sono tra coloro che hanno lasciato la Libia via mare dal primo gennaio, spinti in parte dall’intensificarsi degli scontri a Tripoli dall’inizio delle ostilità nove mesi fa.
Nello stesso periodo dell’anno scorso, 23 corpi erano stati recuperati dalla guardia costiera e nessun migrante era stato ricondotto in Libia. Per l’Oim «l’attuale improvviso aumento delle partenze è particolarmente allarmante, data la capacità molto limitata di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo».
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, a quanto si apprende, ha incontrato alla Farnesina Antonio Vitorino, direttore dell’Oim.
Il fallimento dell’accordo
La notizia arriva nella giornata del fallimento dell’accordo sulla tregua tra il generale Haftar e il presidente al-Sarraj dopo il summit di Mosca. Haftar si infatti rifiutato di firmare di sottoscrivere l’intese che prevedeva il ritiro delle sue truppe dai territori conquistati.
Erdogan difende l’intervento
Intanto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan difende l’intervento militare del suo Paese sul territorio libico. «Se la Turchia non fosse intervenuta, Haftar avrebbe preso il pieno controllo della Libia», ha detto.
«La Libia può apparire lontana nella mappa ma per noi è un luogo importante. È stata una parte importante dell’impero Ottomano. Abbiamo profonde relazioni storiche e sociali con la Libia. In quel Paese abbiamo fratelli che non accettano il golpista Haftar. Haftar vuole eliminarli e compiere una pulizia etnica» degli eredi dell’impero ottomano, ha aggiunto Erdogan.
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