Non è un gioco da ragazzi: la Calabria alla vigilia del voto, tra inattività giovanile, emigrazione e abbandono scolastico
Lo abbiamo sentito dire in tutte le salse: se il centrodestra vince in Emilia Romagna, il governo va in crisi. A forza di dirlo, quasi ci si dimenticava che nello stesso giorno, domenica 26 gennaio, si vota anche in un’altra regione italiana, quella che è attualmente al nono posto nella classifica europea sulla disoccupazione: la Calabria. Sarà per la prova della maggioranza, chiamata a testare la sua solidità. Sarà per le Sardine che, dalle piazze bolognesi e modenesi, hanno tirato su l’impresa d’opposizione politica del 2019. Ma nonostante l’indubbia importanza delle elezioni in Emilia Romagna, la Regione Calabria è decisamente la sfida più difficile per un’amministrazione regionale. Non a caso il segretario della Lega Matteo Salvini, che l’11 gennaio è corso a Crotone per un comizio, ha declamato di essere lì «per portare gli ultimi tra i primi». Ma si tratta di uno dei pochi, pochissimi, exploit propagandistici che hanno caratterizzato questo sbilanciatissimo periodo pre-elettorale.
Stando ai dati forniti dall’Eurostat, in Calabria un giovane su due – e anche qualcosa in più – è disoccupato. Il conteggio è un po’ approssimativo, in quanto è incentrato solo su chi è disposto a lavorare tralasciando, ad esempio, i ragazzi che studiano. Ma a questa percentuale, comunque eloquente sull'”invisibilità” politica della regione, vanno aggiunti i dati dell’economia nascosta e del lavoro nero. La relazione allegata alla Nadef (Nota di aggiornamento al Def) pubblicata a ottobre 2019, posizione la Calabria in cima alle regioni italiane per incidenza del sommerso, con un tasso di evasione del 20,9% (seguita da Campania al 20% e Sicilia al 19%). Una situazione, quella dell’occupazione giovanile, che va di pari passo con i livelli di povertà diffusi nella Regione. I dati Eurostat, riferiti al 2018, riportano che in Calabria le persone a rischio di povertà ed esclusione sociale è attorno al 33% (la media italiana è del 20%).
Inattività
2 milioni e 190mila. È questo il numero degli inattivi under 30 in Italia, i cosiddetti Neither in Employment nor in Education or Training – Neet. Con il 24,1% di giovani che non studiano, non lavorano e non fanno formazione, l’Italia è prima nella graduatoria europea. Precede la Grecia (21,3%), la Bulgaria (18,9%), la Croazia (17,9%) e la Romania (17,8%). A registrare i livelli peggiori in assoluto è il Mezzogiorno. Per quanto riguarda la Calabria, restando focalizzati sulla fascia di età tra i 15 e i 29 anni, l’Anpal ha stimato che a Crotone il 44,7% dei residenti è inattivo (seconda provincia in Italia per numero di Neet), a Reggio Calabria il 39,6%, a Cosenza il 37%, a Catanzaro il 30,4% e a Vibo Valentia il 28%. Il 15,6% del totale dell’intera Regione è definibile “scoraggiato” (termine usato sia da Anpal che dal Cnel): caratterizzato, cioè, da una visione pessimistica delle condizioni occupazionali, e che ha smesso di cercare lavoro per il solo fatto di ritenere vano ogni loro tentativo. Il 64% degli inattivi è invece in cerca di opportunità o di occupazione, in attesa di una chance per tornare (o entrare per la prima volta) nel mondo del mercato del lavoro.
A fronte di questa percentuale, è indicativo che il 70% di loro non abbia mai (o da almeno due anni) avuto alcun contatto con un Centro per l’impiego territoriale. Una fotografia di una generazione potenzialmente occupabile, ma che lo Stato non riesce ad accompagnare verso l’inserimento lavorativo.
Dispersione scolastica
Al Sud quasi un ragazzo ogni cinque lascia la scuola in anticipo. La Calabria raggiunge vette di dispersione del 20,3% e, mentre negli ultimi dieci anni la situazione è in miglioramento in tutta Italia, in Calabria è peggiorata dell’1,8%. Un rapporto pubblicato dal Miur ha messo il focus sulle diverse fasce scolastiche: per quanto riguarda l’abbandono della scuola media, la percentuale è dello 0,8%, superiore di 0,1 punti percentuali rispetto alla media nazionale.
Decisamente più alto è la dispersione scolastica che fa riferimento alle scuole superiori, benché sia più allineato alla media nazionale: rispetto al 3,8% generico (al Sud la media è 3,9%), la Calabria raggiunge un livello del 3,7%.
Emigrazione
Il problema del Sud con l’emigrazione e lo spopolamento non ha bisogno di presentazioni. Un rapporto Istat pubblicato il 16 dicembre 2019 sulle migrazioni (interne ed estere) del 2018, ha messo in luce come i tassi migratori (netti) più bassi si registrino proprio in Calabria (-4,6 per 1.000). Le province di Crotone e di Reggio Calabria sono tra quelle che perdono più residenti in assoluto (6 abitanti ogni mille). Un dato che non viene compensato dagli arrivi: nel 2018, il sud e le isole hanno perso in totale 117mila persone. Un dato significativo è quello sull’emigrazione dei laureati – la cosiddetta fuga dei cervelli – che lo stesso ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha recentemente indicato come la vera urgenza italiana.Stando ai dati Istat, la Calabria ha affrontato nel 2018 una perdita di 2mila laureati.
Anche i dati Svimez si allineano con l’andamento registrato da Istat: l’Assoziazione per lo Sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno ha registrato a metà 2019 che gli emigrati dal Sud tra il 2002 e il 2017 sono stati oltre 2 milioni, di cui 132.187 nel solo 2017. Di questi, 66.557 sono giovani – il 50,4% del totale, di cui il 33% laureati.
Foto copertina: Murale nella cittadina di Diamante. Fonte: Pinterest
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