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Hugh Grant difende il principe Harry: «I tabloid hanno ucciso sua madre, ora fanno a pezzi sua moglie Meghan»

15 Gennaio 2020 - 21:30 Maria Pia Mazza
«Penso che come uomo sia suo compito proteggere la sua famiglia, quindi sono con lui», ha aggiunto la star britannica sul principe Harry

L’attore britannico Hugh Grant non ha dubbi. Harry e Meghan hanno fatto bene a rinunciare al loro status di senior royals, di membri della famiglia reale britannica, al fine di avere una vita più indipendente, anche economicamente. Una decisione accolta alla fine anche dalla Regina Elisabetta che ha assicurato di «comprendere il desiderio» della «giovane coppia» e di «rispettare» la loro volontà, anche se al momento risultano esserci ancora diverse questioni da risolvere (tra le quali la scorta, ndr). «Sono dalla parte di Harry. La stampa scandalistica ha effettivamente ucciso sua madre, e ora stanno facendo a pezzi sua moglie».

Grant ha fatto riferimento alla morte della principessa Diana, madre del principe Harry, che morì in un incidente a Parigi nell’agosto 1997, mentre era a bordo di un’auto inseguita dai paparazzi. «Penso che come uomo sia suo compito proteggere la sua famiglia – ha proseguito l’attore britannico – quindi sono dalla sua parte». Così, la star britannica cinematografica – intervenendo al programma radiofonico Andy di Andy Cohen su Sirius XM durante la promozione del suo nuovo film The gentleman (in cui interpreterà il ruolo di un giornalista scandalistico privo di scrupoli) – ha rilasciato una dichiarazione che certamente farà discutere. 

La lotta di Hugh Grant contro i tabloid

Lo stesso Hugh Grant non è nuovo agli attacchi ai tabloid britannici. Da 10 anni, infatti, l’attore conduce numerose battaglie contro l’interferenza della stampa scandalistica nella vita dei personaggi pubblici, reali e non. Nel 2018, la star di Notting Hill, di Quattro matrimoni e un funerale, di Bridget Jones, di Love Actually e di altre decine di film di successo, ha donato a un gruppo anti-hacker (Hacker Off) un risarcimento danni da sei cifre per essere stato intercettato telefonicamente dal Mirror, giudicato colpevole di aver messo in scena falsi scoop, ingannando lettori, azionisti e gli stessi giornalisti.

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Foto di copertina: Epa / Javier Etxezarreta

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