Libia, schermaglie Ue-Russia-Turchia sui mercenari: «Inaccettabile loro intervento militare»
Il responsabile della diplomazia europea Josep Borrell ha denunciato ieri sera alla Plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo “l’impegno militare” della Russia e della Turchia nella crisi libica, tracciando un parallelismo con la situazione in Siria.
«Le cose ci sfuggono in Libia», ha affermato l’Alto rappresentante Ue nel corso del dibattito all’Eurocamera. «Noi ripetiamo che non c’è soluzione militare al conflitto, ma questo slogan – ha martellato – l’abbiamo già usato per la guerra siriana e alla fine in Siria quello che vediamo è una soluzione militare, la stessa situazione rischia di riprodursi in Libia», ha avvertito Borrell.
Da Bruxelles è arrivato inoltre un avvertimento ad Ankara e Mosca. Dopo che i due Paesi sono intervenuti nel conflitto libico, mediando una tregua tra il generale Haftar e il premier libico Sarraj, l’Europa avverte che «Turchia e la la Russia hanno cambiato l’equilibrio nell’area orientale del Mediterraneo».
Borrell ha insistito che l’Ue «non può accettare che la stessa situazione si riproduca in Libia», accusando Mosca e Ankara di essersi “impegnate militarmente” in Libia «con flussi di armi e mercenari».
«Ci sono sempre più armi e mercenari e noi non possiamo più affermare che in Libia ci sia una guerra senza combattenti», ha sottolineato. Borrell ha quindi invitato gli europei a «superare le loro divisioni» e a essere più coinvolti nella ricerca di una soluzione per porre fine al conflitto. «Se la situazione si deteriora, centinaia di migliaia di le persone che vivono e lavorano in Libia potrebbero trasferirsi in Europa», ha avvertito.
Le parole dell’Alto rappresentante dell’Ue arrivano a margine della conferenza sulla Libia, prevista a Berlino per il prossimo 19 gennaio. Una conferenza che vedrà anche la partecipazione inaspettata degli Stati Uniti, che nel tentativo di contenere l’ingerenza di Russia e Turchia e le loro mire nel Mediterraneo orientale hanno deciso di inviare in Germania il segretario di stato Usa Mike Pompeo e il consigliere per la sicurezza nazionale Robert O’Brien.
Una mossa che arriva a margine della telefonata del 12 gennaio tra Donald Trump e la cancelliera tedesca Angela Merkel, quest’ultima tra i maggiori promotori della meeting sul futuro del Paese nord africano.
E proprio sulla conferenza sono arrivate anche le parole del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov che, vista la diffidenza europea, ha deciso di fare un passo indietro sul ruolo di Mosca: «Non abbiamo mai preteso che sarebbe stata la riunione finale per risolvere ogni problema», ha detto Lavrov in merito all’incontro a Mosca tra Sarraj e Haftar terminato per ora in una stallo.
«Abbiamo promosso questa riunione come contributo alla conferenza di Berlino che si terrà domenica prossima», ha detto Lavrov, osservando che la Russia aveva raccomandato alla Germania di invitare tutte le parti libiche a prenderne parte.
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