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Sondaggio Pagnoncelli, il voto in Emilia-Romagna non sarà la fine né per Conte né per Salvini. Tempi duri per Di Maio

15 Gennaio 2020 - 08:25 Redazione
Secondo Ipsos, le elezioni del prossimo 26 gennaio non causeranno scossoni

Mancano poco meno di due settimane al voto per le elezioni regionali in Emilia-Romagna e la politica attende il risultato con speranze e timori sulle conseguenze che il voto locale potrebbe avere sul destino del governo nazionale. Ma secondo i sondaggi Ipsos diffusi dalla trasmissione DiMartedì su La7 gli italiani non attribuirebbero alla consultazione un peso così decisivo per la tenuta della maggioranza. Meno rosee però sono le considerazioni sulla leadership di Luigi Di Maio.

Per quanto riguarda il futuro del premier Conte soltanto il 26% pensa che chi risulterà vincitore fra Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni ne condizionerà le sorti politiche. Per la maggioranza assoluta (52%) il voto non avrà ripercussioni sul destino del presidente del Consiglio.

Opinione simile quella a proposito di Matteo Salvini che molti analisti vedono vicinissimo in caso di vittoria del centrodestra in Emilia-Romagna. Soltanto il 38% degli interpellati crede che le elezioni regionali del 26 gennaio cambieranno la sua posizione nello scacchiere della politica nazionale. Per il 43% tutto resterà com’è.

Numeri molto simili a quelli che riguardano il segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti. Per il 33% del campione sondato le elezioni emiliano-romagnole muteranno il destino del governatore della regione Lazio, mentre per il 42% le cose non cambieranno.

Ma, al di là del voto in Emilia-Romagna, Luigi Di Maio, in base ai rilevamenti dell’istituto diretto da Nando Pagnoncelli, non sarebbe più il leader migliore per il Movimento 5 Stelle. A pensarla così il 49% degli interpellati. Per il 26% Di Maio sarebbe ancora la guida migliore per il movimento, mentre il 25% non sa o non si esprime (25%).

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