La grande fuga dal M5s, il senatore Di Marzio passa al gruppo misto
Continua l’emorragia in casa 5 Stelle. Dopo gli abbandoni eccellenti di Paragone e Fioramonti e gli ultimi, in ordine di tempo, di De Toma e Silvestri, un altro senatore ha lasciato i pentastellati. Si tratta di Luigi Di Marzio che in Aula ha annunciato di aver deciso di lasciare il Movimento guidato da Luigi di Maio per aderire al gruppo misto.
«Di fronte a un’epurazione di fatto, di cui non posso che prendere atto e ancorché con il rammarico di separarmi da colleghi integerrimi, per fugare qualsiasi dubbio in merito, formalizzo la mia decisione di aderire al gruppo misto», ha detto Di Marzio.
Il senatore ha denunciato di essere stato additato come «eretico ovvero, meno eufemisticamente, traditore», per aver firmato la richiesta di referendum sul taglio dei parlamentari. Di Marzio ha premesso di aver votato quel provvedimento, pur condividendo le perplessità di studiosi e le critiche sui risparmi effettivi del taglio.
Da qui, successivamente la decisione di «mettere anche la mia firma sulla richiesta di referendum confermativo e dunque indipendentemente dall’esito della consultazione, la convinzione di dover sottoporre la decisione al vaglio del popolo sovrano, essendo per formazione, purtroppo, incapace – a differenza di molti – di reputarmi depositario di verità indubitabili. Sorprendentemente questo gesto improntato al più rigoroso rispetto per la democrazia si è trasformato in motivo di stigma», ha detto riferendosi alle accuse ricevute sui social.
«Ma verso simili censure, nessuna presa di posizione ufficiale c’è stata – ha sottolineato – in difesa di un essenziale principio democratico, lasciando così che venissi additato come eretico ovvero, meno eufemisticamente, traditore».
Infine, a proposito delle restituzioni di parte degli stipendi al M5s, Di Marzio ha chiarito: «Del tutto casualmente nelle ultime settimane hanno visto anche me infondatamente additato, e contrariamente al vero, di non aver fatto alcun versamento da oltre un anno».
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