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Oggi la decisione della Consulta sul referendum leghista sulla legge elettorale: che cosa può cambiare

16 Gennaio 2020 - 08:45 Alessandro Parodi
Se arrivasse il via libera della Corte Costituzionale un sì al referendum renderebbe il sistema elettorale simile a quello del Regno Unito: in ogni collegio verrebbe eletto solo il candidato che abbia preso un voto in più degli avversari

È attesa per oggi la sentenza della Corte Costituzionale che dovrà esprimersi sull’ammissibilità del referendum, promosso da Lega di Matteo Salvini, che abolirebbe la quota proporzionale dell’attuale legge elettorale (il cosiddetto Rosatellum) trasformandola sostanzialmente in un maggioritario puro.

Il Carroccio per arrivare alla consultazione ha deciso di percorrere la strada più breve, rispetto alla tradizionale raccolta di 500mila firme: la Lega ha chiamato in causa ha le Regioni guidate dal centrodestra e otto di queste (ne sarebbero bastate cinque) il 30 settembre hanno depositato il quesito referendario.

Si tratta di Veneto, Sardegna, Lombardia, Friuli, Piemonte, Abruzzo, Liguria e Basilicata. Lo scorso 21 novembre la Cassazione ha valutato il quesito «conforme alle norme di legge» e ha messo la decisione nelle mani della Corte Costituzionale.

La Lega chiede di «abolire il metodo proporzionale nell’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali nel sistema elettorale della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica». Dopo l’eventuale disco verde della Consulta, una vittoria del sì al referendum snaturebbe profondamente il Rosatellum, che stabilisce che più della metà dei parlamentari (cinque ottavi) siano eletti con il metodo proporzionale.

Alfiere della proposta il senatore leghista Roberto Calderoli, che ha ottenuto il lasciapassare a partecipare, ma senza poter intervenire nella discussione, alla camera di Consiglio ufficialmente come rappresentante della Basilicata. L’ipotetica nuova legge elettorale si configurerebbe, come detto, come un maggioritario puro a turno unico, simile a quello in vigore nel Regno Unito. In soldoni, in ogni collegio verrebbe eletto solo il candidato che abbia preso un voto in più degli avversari.

L’altra legge elettorale

A una nuova legge elettorale si sta lavorando anche sul fronte delle forze che sostengono l’esecutivo: Pd, M5s e Iv hanno trovato un accordo e ha già preso il via l’iter parlamentare in Commissione Affari costituzionali, con l’illustrazione del testo da parte dei relatori, Emanuele Fiano (Pd) e Francesco Forciniti (M5S), del proporzionale con soglia del 5% del Germanicum. Parallelamente i vertici della Lega hanno dichiarato la loro disponibilità a dialogare con la maggioranza anche sul Mattarellum, cioè un maggioritario attenuato.

I dirigenti del Carroccio, Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti e lo stesso Calderoli si sono lanciati in un elogio del sistema elettorale che porta il nome del presidente della Repubblica che proprio loro cancellarono nel 2005 con il Porcellum, ideato sempre da Calderoli. La Lega sarebbe quindi disposta a lavorare con la maggioranza giallo-rossa sul Mattarellum, ma dall’esecutivo al momento non è arrivato nessun riscontro a queste aperture al dialogo.

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