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Roma, la rabbia nella scuola “ghettizzata” tra “poveri e borghesi”. I genitori: «Sbigottiti, vogliamo risposte»

16 Gennaio 2020 - 10:15 Giulia Marchina
Le reazioni dei genitori degli alunni che frequentano l'Istituto comprensivo "Via Trionfale"

«Non ho mai letto nulla sul sito, vivo qui da quarant’anni e quando ho iscritto mia figlia in questa scuola l’ho fatto sulla fiducia. La scuola di zona, genitori che già conosci perché vivono vicino casa tua… penso sia normale, no?».

Ilaria ha appena accompagnato la figlia di quattro anni alla scuola Nazario Sauro, il plesso centrale dell’Istituto comprensivo “Via Trionfale” di Roma, in zona Monte Mario.

In questa struttura, stando a quello che era scritto sul sito ufficiale prima che ieri, 15 gennaio, le informazioni venissero modificate, sono iscritti i bambini provenienti da famiglie di ceto medio alto.

«Ho scoperto di questa storia stanotte, quando mi sono messa a trafficare col telefono. Sono rimasta sbigottita, mi é parso surreale e non me lo aspettavo», dice la donna.

Racconta anche che la descrizione fatta sulla pagina internet sembra quasi non combaciare con la realtà, «in classe di mia figlia ci sono alcuni bambini che arrivano da situazioni economiche più complicate della nostra, bimbi stranieri, non ho mai visto discriminazione nei rapporti tra alunni e insegnanti».

La presentazione della scuola sul sito ufficiale, poi rimossa

Si potrebbe pensare che chi mette mano al sito per tenere aggiornate le informazioni sulla scuola, abbia preso un documento “statistico”, un censimento degli alunni frequentanti, e lo abbia trasformato nel biglietto da visita della scuola.

Ilaria si aspetta risposte dalla dirigenza della scuola e «certo é che, però, per come hanno impostato il modo di fare pubblicità all’istituto, non si possa fare altro che parlare di discriminazione sociale». Per la dirigenza questo é un boomerang.

Più critica, invece, la situazione nella struttura di via Assarotti, quella frequentata – secondo quanto riportato – da ragazzini economicamente meno agiati. Qui i genitori dei bambini si arrovellano su come sia stato possibile un episodio simile.

Eppure, dicono alcuni, quelle righe “discriminatorie” sono lì dal 2011. Nere su bianco. Allora sorge spontaneo pensare che qualcuno le abbia lette, in nove anni.

«Sì, alcuni di noi avevano letto, ma no, non ci siamo mai posti il problema perché non siamo mai stati discriminati nei comportamenti e negli atteggiamenti».

«Che situazione vergognosa», dice un papà. «Non mi aspettavo una cosa del genere, spero che il ministro dell’Istruzione prenda provvedimenti».

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