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Antisemitismo, un problema non solo italiano: la vera emergenza è l’Europa

17 Gennaio 2020 - 06:02 Felice Florio
Oggi, 17 gennaio, Giuseppe Conte nominerà Milena Santerini coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo. Quello dell'antisemitismo però non è un problema solo italiano, l'emergenza infatti sembra riguardare tutta l'Europa

24 maggio 2019: un cimitero ebraico a Bordeaux, in Francia, viene deturpato. Germania, due giorni dopo: il commissario dell’antisemitismo per il governo tedesco mette in guardia i cittadini dall’indossare la kippah in luogo pubblico, a causa di un picco di attacchi contro gli ebrei. Stesso anno, 28 maggio: il Regno Unito avvia un’indagine all’interno del partito laburista per possibili discriminazioni messe in atto a danno di cittadini appartenenti alla comunità ebraica.

È solo l’ultima settimana di un mese qualunque dell’ultimo anno, il 2019: l’antisemitismo, in Europa, ha assunto lo spessore di un’emergenza culturale e sociale. Mentre in Italia qualche individuo si diverte a travestirsi da fascista, pronto anche a giustificare le leggi razziali del 1938, mentre gli hater online con una mano prendono di mira la senatrice a vita Liliana Segre e con l’altra scrivono un post sul “nuovo ordine mondiale” e la “lobby ebraica”, in Europa gli attacchi contro gli ebrei hanno superato più volte la dimensione della minaccia.

Oggi, 17 gennaio, Giuseppe Conte nominerà la professoressa e deputata Milena Santerini coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo. Una nomina annunciata poche ore prima dal convegno organizzato dalla Lega Le nuove forme dell’antisemitismo in cui Matteo Salvini ha preso le distanze da idee antisemite e gruppi di estrema destra. Ma la rinascita dell’antisemitismo non è un problema solo italiano: l’emergenza, infatti, sembra riguardare tutta l’Europa.

La percezione dell’antisemitismo in Europa

Nel 2019, la Commissione europea ha pubblicato i risultati della più ampia indagine fatta a livello continentale sull’antisemitismo: 27.634 persone intervistate nei 28 Paesi membri. Il risultato più evidente è che l’89% degli ebrei europei ritengono che l’antisemitismo sia cresciuto in maniera significativa negli ultimi cinque anni. Percezione che, considerando invece il campione di religione non ebraica, riguarda solo il 36% degli intervistati. Svezia e Francia sono i Paesi i cui cittadini ritengono che l’odio nei confronti degli ebrei sia un problema urgente.

Resta però il fatto che solo il 3% degli europei si considera “molto informato” sulla storia degli ebrei, mentre il 68% dichiara di “non sapere nulla”. Con l’aumentare della disinformazione, crescono anche gli episodi di antisemitismo: tutti gli studiosi della materia ritengono che la parabola ascendente del fenomeno in Europa possa ricadere negli anni 2000. Nel 2015, è il dipartimento di Stato degli Stati Uniti per le libertà religiosa a dichiarare pubblicamente che «il sentimento europeo anti-israeliano ha superato il confine e si è trasformato in poro antisemitismo».

Europa orientale

Stando agli esiti delle rilevazioni di Adl, organizzazione americana nata nel 1913 in difesa dei diritti della popolazione ebraica, il sentimento antisemita nell’Est Europa, nella maggior parte dei casi, parte dalla considerazione che il tema dell’Olocausto sia troppo utilizzato dagli ebrei. In Polonia, quasi tre persone su quattro concordano che l’Olocausto sia un’argomentazione abusata dalla comunità ebraica. In Ungheria, invece, la campagna del governo nazionalista contro il finanziere ebreo George Soros, avrebbe portato il 25% della popolazione a credere che gli ebrei vogliano indebolire la cultura nazionale finanziando l’immigrazione nel Paese.

Europa Occidentale

Se nell’Est Europa lo stereotipo del controllo ebraico dei mercati finanziari sembra essere il più pernicioso, nei Paesi occidentali l’antisemitismo trae forza dal concetto di “slealtà ebraica”. Oltre il 40% degli intervistati del campione di Adl ritiene che gli ebrei siano più fedeli allo Stato di Israele che al Paese in cui risiedono. Nei Paesi di lingua tedesca, come accade in Polonia, più di un terzo dei cittadini ritiene che l’argomentazione dell’Olocausto sia troppo abusata.

In copertina un uomo con la kippah riprende i binari durante una cerimonia di commemorazione al Binario della Memoria ‘Gleis 17’ a Grunewald, Berlino, Germania, 18 ottobre 2019. EPA/Clemens Bilan

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