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Desirée Mariottini, processo a porte chiuse: oggi i primi testimoni. La famiglia: «Poteva essere salvata»

17 Gennaio 2020 - 12:17 Redazione
«L'amarezza grande di questa famiglia è che la ragazza è stata in agonia per tanto tempo. È stata lasciata per ore a morire», dice Maria Teresa Ciotti, legale della nonna di Desirèe

Oggi è la volta dei primi testi dell’accusa, gli operatori del 118, il medico legale e gli agenti del commissariato di San Lorenzo a Roma: i primi ad arrivare quel giorno in via dei Lucani. Sono loro a essere ascoltati questa mattina nell’aula bunker di Rebibbia, nella Capitale, per il processo a porte chiuse il processo per l’omicidio di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina violentata e uccisa il 19 ottobre 2018 a Roma. L’udienza è cominciata alle 9.30. I giudici della terza Corte d’Assise hanno deciso nei giorni scorsi per il processo a porte chiuse, accogliendo la richiesta avanzata dalla Procura in considerazione della minore età della vittima e per il tipo di reati contestati: nel procedimento è contestato anche il reato di violenza sessuale.

Gli accusati

Sul banco degli imputati siedono Alinno Chima, Mamadou Gara, Yussef Salia e Brian Minthe: sono accusati di omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di stupefacenti a minori. A inchiodarli, durante le indagini, soprattutto l’esame del dna. Nella notte tra il 18 e il 19 ottobre 2018 avrebbero, secondo l’accusa, somministrato a Desirèe un mix di sostanze stupefacenti. L’avrebbero stuprata a turno tutti e quattro e l’avrebbero poi abbandonata nello stabile. Impedendo, nella lunga agonia che ha vissuto la ragazza prima della morte, che altri chiamassero i soccorsi – come raccontato da molti testimoni in fase di indagine. «L’amarezza grande di questa famiglia è che la ragazza è stata in agonia per tanto tempo. È stata lasciata per ore a morire», dice Maria Teresa Ciotti, legale della nonna di Desirèe. «Poteva essere salvata». Nelle prossime udienze – del 22, 27 e 31 gennaio – verranno chiamati a testimoniare i periti e i medici legali che si sono occupati dell’autopsia su corpo della ragazza e di quelli sul Dna.

In copertina il complesso abbandonato in via dei Lucani a San Lorenzo dove è stato trovato il corpo senza vita di Desiree Mariottini, Roma, 24 ottobre 2018. ANSA/Angelo Carconi

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