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Khamenei al sermone del venerdì: «L’attacco agli Usa guidato da Allah, chi protesta in piazza è un pagliaccio»

17 Gennaio 2020 - 11:12 Redazione
L'attacco ai manifestanti: «Sono manipolati dai nemici e non hanno dedicato le proprie vite alla sicurezza dell'Iran, diversamente da gente come Soleimani»

Si è messo a capo della preghiera del venerdì la guida suprema iraniana Ali Khamenei, come non accadeva da otto anni. E  ha incitato la folla a non temere il conflitto con gli Usa, perché Dio guiderà l’Iran.

Qualcuno nel paese, dice, «cercato di utilizzare l’episodio dell’abbattimento del Boeing ucraino in modo da far dimenticare il sacrificio» del generale Qassem Soleimani, che è un “grande martire”. Quell’abbattimento è stato, aggiunge un «amaro incidente» su cui ogni «ambiguità» va rimossa.

Attacco alle proteste

Nessuna comprensione per i giovani che hanno protestato dopo l’abbattimento dell’aereo civile: «Quei pagliacci che sostengono di essere dietro il popolo sono bugiardi. Sono manipolati dai nemici e non hanno dedicato le proprie vite alla sicurezza dell’Iran, diversamente da gente come Soleimani».

Nessun dialogo sul nucleare: «Durante la guerra con l’Iraq, la Germania ha fornito a Saddam armi chimiche, la Francia gli ha mandato elicotteri per colpire le petroliere iraniane e la Gran Bretagna era al suo servizio con tutti i mezzi», ha detto la Guida iraniana.

Parole durissime per gli Stati uniti: «Nelle ultime due settimane ci sono state giornate amare e dolci, un punto di svolta nella storia. I due grandi avvenimenti dei funerali del generale Qassem Soleimani e del giorno in cui l’Iran ha attaccato le basi Usa sono stati ‘Giorni di Allah’. I due episodi, miracoli delle mani di Allah, hanno mostrato il potere di una nazione che ha dato uno schiaffo in faccia agli Usa e che la volontà di Allah è continuare il cammino e conquistare la vittoria».

Israele, invece, è un tumore, dice: «I nemici hanno collocato il tumore di Israele nella regione dell’Asia occidentale», creando «una minaccia permanente per i Paesi della regione». Dopo la fine del sermone, dicono i media nazionali, ci sono state manifestazioni nelle principali città iraniane per esprimere il sostegno alla guida suprema del paese.

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