«Quando gli uomini superano certi limiti», Giulia Valentina racconta la sua esperienza: «Non sentiamoci in colpa a dire no e a pretendere rispetto» – Il video
Con una serie di storie su Instagram Giulia Valentina ha voluto condividere con le sue follower un brutto episodio che l’ha riguardata personalmente. Nei video l’influencer non parla mai apertamente di molestie, ma la definisce un’esperienza spiacevole e lo fa per lanciare un appello a tutte le ragazze che potrebbero trovarsi in una situazione simile: paralizzate davanti a un uomo che supera i limiti con la vergogna di dire no per paura delle conseguenze o semplicemente per non risultare spiacevoli.
«Un anno fa, a Milano, a una cena mi è capitato un episodio che mi ha fatto capire che dovevo cambiare una parte del mio carattere. Dovevo farlo per me, ma anche per chi mi segue», inizia così il racconto di Giulia Valentina. Prima di pubblicare tutte le storie, l’influencer specifica in un post che il racconto non ha nulla a che fare con la polemica su Sanremo che ha investito Amadeus.
«In questa cena ero seduta a fianco a una persona che contava nel mondo televisivo. Per tutta la serata, questa persona ha tenuto il suo braccio appoggiato sulla mia sedia e mi ha parlato vicinissimo alla faccia. Io ero infastidita a livelli stratosferici». Giulia Valentina però non dice nulla, non fa niente per mostrare il suo fastidio. Non chiede subito all’uomo di spostare il braccio, non gli mostra il fastidio che derivava da quella vicinanza.
«Io non l’ho fatto per non sembrare scortese o antipatica o fredda. Ma questo mi ha fatto pensare: se una persona indipendente come me sta in silenzio, che non ha bisogno di nessuno per lavorare e si mantiene da sola, figuriamoci cosa devono fare quelle ragazze che invece si trovano in una situazione simile, ma davanti hanno il loro capo o una persona che in qualche modo conta nelle loro vite», continua l’influencer.
«Mi sentivo come intrappolata». Giulia a un certo punto chiede all’uomo di spostare il braccio, ma lui minimizza le risponde «Ma dai, si fa per scherzare». «Non è nulla di grave, mi rendo conto, ma è stata una situazione che mi ha fatto pensare: se non li mando a quel paese io individui del genere, chi lo fa? Mi sono sentita impotente».
Ed è alla fine delle storie che arriva l’appello alle ragazze: «Se una persona ci mette a disagio, ci tocca, ci mette la mano sul fianco e ci dà fastidio dobbiamo dirlo. Non dobbiamo sentirci in colpa noi quando chiediamo rispetto, deve sentirsi in colpa chi non porta rispetto e allunga le mani, e allungare le mani significa anche mettere un braccio sulla mia sedia quando la cosa non mi fa piacere».
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