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Gran Bretagna, Greenpeace e Extinction Rebellion finiscono nella lista dell’anti-terrorismo (con i neonazisti)

18 Gennaio 2020 - 10:18 Redazione
L’associazione e il movimento ambientalista sono stati inclusi in un documento della polizia britannica che stila i gruppi estremisti a rischio terroristico

Greenpeace ed Extinction Rebellion sono stati inseriti in un documento anti-terrorismo che è stato distribuito a margine di un progetto di formazione per contrastare i gruppi estremisti, come i gruppi neonazisti e i gruppi di suprematisti bianchi. A rivelarlo è il Guardian che ha pubblicato un documento in cui vengono elencati tutti i gruppi ritenuti ad alto potenziale terroristico. La brochure fa parte del progetto Prevent, il programma anti-radicalizzazione del Regno Unito realizzato per contrastare organizzazioni che potrebbero commettere atti terroristici, ma è stata anche inviata a scuole di medicina e agli insegnanti. Il capo del comando dell’anti-terrorismo SO15, Dean Haydon, in una nota chiarificatrice, ha spiegato che questo tipo di documentazione è stata prodotta per «aiutare gli ufficiali e altri colleghi a prendere decisioni informate, inclusa la messa in sicurezza di luoghi affollati in occasione di proteste».

Symbols guidance document by The Guardian on Scribd

«Il documento è stato creato per aiutare polizia e altre forze di sicurezza a identificare e comprendere simboli che possono essere riscontrati nella loro vita lavorativa quotidiana, affinché sappiano distinguere la differenza tra i diversi simboli e conoscere il relativo significato. Il capo dell’anti-terrorismo ha sottolineato anche come «non tutti i segni e simboli inclusi nell’elenco hanno rilevanza anti-terroristica». Ma la risposta di Greenpeace è stata immediata e dura. Il direttore esecutivo britannico dell’associazione ambientalista, John Sauven, ha dichiarato: «Mettere sullo stesso piano movimenti ambientalisti e organizzazioni terroristiche non aiuterà a combattere il terrorismo; anzi creerà solo problemi alla reputazione dei poliziotti che lavorano duramente».

«L’aspetto più assurdo – prosegue Sauven – è che questo programma venga rivolto ai primi giovani in età scolare che hanno capito la minaccia dei cambiamenti climatici e hanno deciso di scendere in piazza per chiedere azioni concrete. Come possiamo insegnare ai bambini i problemi legati all’emergenza climatica, se si insinua che coloro che cercano di fermarlo sono estremisti?». Tra le organizzazioni menzionate nel documento vi sono anche gruppi di attivisti per il disarmo nucleare, l’organizzazione per il trattamento etico degli animali (Peta), nonché ulteriori organizzazioni ambientaliste minori. 

Foto di copertina: Epa / Olivier Hoslet

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