Libia, approvata la dichiarazione di Berlino: «I Paesi si impegnano a non interferire». Sarraj e Haftar non firmano
I partecipanti alla Conferenza di Berlino si impegnano nella dichiarazione finale del vertice «a non interferire nel conflitto armato o negli affari interni della Libia» e chiedono «a tutti gli attori internazionali di fare lo stesso».
Nella dichiarazione finale di 55 punti si legge anche che «la Libia è una minaccia per la pace e per la sicurezza globale», e che tutte le parti si impegneranno per un cessate il fuoco. Mancano le firme dei due leader libici, Fayez al Sarraj e Khalifa Haftar, che non hanno partecipato alla planaria.
La diplomazia di Berlino ha lavorato sugli attori esterni, causa finora di ingerenze che hanno contribuito a destabilizzare l’area. L’accordo prevede anche la creazione di un governo unitario che potrebbe far tramontare la carriera politica di al Sarraj.
Merkel incontra Sarraj e Haftar separatamente
Nel corso della giornata, il premier del Governo di accordo nazionale libico, al Sarraj, ha rifiutato di incontrare il generale della Cirenaica, Khalifa Haftar, alla Conferenza di Berlino. A riportare la notizia è la tv libica Libya Al Ahrar, che cita una fonte del governo di Tripoli. Le due delegazioni hanno avuto colloqui separati con la cancelliera tedesca Angela Merkel.
German Chancellor Angela Merkel held talks on the Libyan crisis in Berlin with the delegation of the Government of National Accord which consists of Prime Minister Fayez Sarraj, Foreign Minister Mohammed Sayala and Interior Minister Fathi Bashagha pic.twitter.com/R1vAQtwRy4
— The Libya Observer (@Lyobserver) January 19, 2020
Al tavolo dove sono riuniti tutti i Paesi che hanno dato il loro ok alla dichiarazione finale mancano, tuttavia, i due leader libici al Sarraj e Haftar, che hanno avuto un incontro con Angela Merkel e il ministro degli Esteri tedesc Heiko Maas. I due colloqui sono avvenuti separatamente.
German Chancellor Angela Merkel held talks on the Libyan crisis in Berlin with the delegation of Tripoli attackers which consists of warlord Khalifa Haftar and his two relatives, one of them is his son in law pic.twitter.com/xYt5tC5zeR
— The Libya Observer (@Lyobserver) January 19, 2020
La giornata
Libia, Salamè: “Spero in incontro politico a Ginevra a fine mese” “Spero in incontro politico a Ginevra a fine mese”. Così Ghassan Salamè, il Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell’ONU e Capo della Missione di Sostegno delle Nazioni Unite in Libia, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine della Conferenza di Berlino sulla Libia. Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
Il vertice sulla situazione libica non è iniziato sotto i migliori auspici. La distanza tra Haftar e Sarraj è confermata dall’annuncio che la conferenza stampa finale non vedrà la partecipazione di nessun altro se non di Angela Merkel e dal segretario generale dell’Onu Antonio Guterres.
Già nei giorni scorsi, la partecipazione dei leader dei due governi divisi della Libia era stata messa in discussione, così come la volontà del generale Haftar di firmare la tregua per il cessate il fuoco raggiunta da Ankara e Mosca.
Proprio ieri è arrivata l’ultima stoccata del del generale della Cirenaica al rivale di Tripoli. Haftar ha chiuso i pozzi petroliferi dell’est della Libia in risposta all’arrivo nel Paese dei mercenari siriani del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. È arrivata da Berlino la replica di Erdogan che ha invitato il generale libico a porre fino al suo atteggiamento definito «ostile» dal presidente della Turchia.
In serata arriva poi la notizia che «la produzione del più grande campo petrolifero libico, quello di Sharara», nel sud del Paese, «è stata fermata dopo che un gruppo armato fedele” al generale Khalifa Haftar “ha chiuso una valvola nell’oleodotto che porta greggio dal campo alla raffineria di Zawiya», riferisce un tweet del sito Libya Observer.
La posizione italiana
Intanto il ministro degli Esteri Luigi di Maio ha chiarito la posizione dell’Italia che da Berlino si aspetta che venga rispettato l’embargo Onu sulla vendita di armi alle due parti in guerra. Giuseppe Conte invece è impegnato con una serie di incontri a margine della Conferenza.
Secondo fonti riprese dall’Ansa, il premier si sarebbe incontrato con il presidente russo Vladimir Putin, il presidente dell’Egitto Abdel Fattah Al Sisi, il presidente turco Recep Erdogan, il premier britannico Boris Johnson e il presidente del Consiglio Ue Charles Michel.
Al suo arrivo alla Conferenza Conte aveva aperto invece con un invito alle parti di trovare una soluzione pacifica: «Confidiamo che da questa giornata possa nascere la condizione da parte di tutti gli attori che l’opzione militare non potrà mai portare a una soluzione definitiva. Per questo noi confidiamo che ci sia un impulso per il rilancio degli organi politici e istituzionali “libici” perché possano governare questa transizione e avviare la definitiva stabilizzazione».
L’attacco di Al-Sarraj
Al quotidiano tedesco Welt am Sonntag, intanto, il capo del governo di Tripoli Fayez Al-Sarraj si è detto fortemente deluso dal comportamento dell’Europa tenuto finora sulla crisi libica, lamentandosi delle divergenze tra chi sosteneva il suo governo e chi invece, come la Francia, ha avuto un atteggiamento più favorevole nei confronti del suo avversario, Khalifa Haftar.
«L’Europa deve fare autocritica. Gli europei sono arrivati troppo tardi – ha detto il leader libico – Ci saremmo aspettati che la Ue si schierasse in modo chiaro contro l’offensiva di Khalifa Haftar, e che aiutasse a risolvere la crisi attuale». «L’Europa purtroppo ha avuto finora un ruolo molto modesto – ha aggiunto – Anche se alcuni Paesi hanno un rapporto speciale con la Libia e sono nostri vicini con molti interessi in comune».
In copertina la Cancelliera tedesca Angela Merkel apre i lavori della Conferenza internazionale sulla Libia a Berlino, Germania, 19 gennaio 2020. EPA/Guido Bergmann / POOL
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