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James Bond, la cantante della colonna sonora del nuovo film ha 18 anni e si chiama Billie Eilish

«Non appartengo a nessuno ma tutti conoscono il mio nome», recita il testo

A tredici anni ha pubblicato su SoundCloud la sua prima canzone, una cover di un brano scritto dal gruppo del fratello, Finneas. Due anni dopo poteva vantare un contratto discografico con un grande studio di produzione. Oggi, a 18 anni compiuti Billie Eilish ha alle spalle un EP, un album che è stato nominato per sei Grammy e adesso anche la canzone-sigla del prossimo film di James Bond (nelle sale ad aprile 2020).

La scommessa per catturare la GenZ

Nata nel dicembre del 2001 e cresciuta a Los Angeles, Eilish a prima vista c’entra poco con il personaggio di James Bond. Le sue abitudini sono distanti anni luce dal mondo iper-mascolino e conformista dei primi romanzi di Ian Fleming e dei film a cui sono ispirati.

Eilish non fuma, non mangia carne, parla apertamente delle proprie turbe psichiche ed emotive, senza tabù, senza lo stoicismo auto-flagellante del “gentiluomo britannico”, tutto patria, Regina e dry martini.

I suoi capelli tinti, i suoi completi horror in stile marionetta sadica e il suo fare angosciato e iperbolico non hanno nulla a che vedere con l’iper-tradizionale eleganza e understatement di James Bond e delle donne intelligenti e dannate e le femme fatale che popolano i film della saga.

Eppure, ascoltando il brano scritto da Eilish e il fratello, le due cose sembrano, contro ogni aspettativa, essere compatibili. Il suo stile lussurioso e dark che, in canzoni come Bad Guy, mischia un’estetica tipica dell’horror con l’erotismo pop, si avvicina al realismo psicologico degli ultimi film di James Bond e allo 007 interpretato da Daniel Craig: più complesso, vulnerabile e rabbioso rispetto ai suoi predecessori.

A facilitare la collaborazione saranno stati anche i quasi 50 milioni di follower di Eilish su Instagram e il suo status come «la voce candida della sua generazione». Un’occasione ghiotta per i produttori, ma anche per Eilish che con No Time to Die potrebbe aggiungere un Oscar alla sua collezione di trofei, seguendo le orme di Adele e di Sam Smith, ed entrare a pieno titolo nel mainstream, per “stravolgerlo”, alla sua maniera.

Il titolo dell’articolo è stato modificato

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