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Sanremo, bufera sul rapper Junior Cally: «La sua musica istiga alla violenza sulle donne». Borgonzoni: «È uno schifo»

19 Gennaio 2020 - 13:03 Redazione
L'artista romano è stato preso di mira per il brano «Strega» del 2017

Non c’è pace per il Festival di Sanremo, che dopo le polemiche sulle parole del conduttore Amadeus deve ora affrontare un nuovo caso mediatico: quello del rapper Junior Cally. Il musicista romano, tra i partecipanti al prossimo festival, è stato duramente attaccato da deputate di vari schieramenti per la sua discografia.

In particolare ad aver fatto infuriare alcune politiche, tra cui Laura Boldrini e Marianna Madia, sarebbe un brano del 2017, intitolato Strega con un testo considerato violento e offensivo nei confronti della donna: «Lei si chiama Gioia / balla mezza nuda, dopo te la dà / Si chiama Gioia perché fa la tro.. / L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa / c’ho rivestito la maschera».

Lui non ci sta: «È arte»

«È evidente che su questa polemica non solo Junior Cally e le sue rime, ma anche le donne e il sessismo non c’entrano nulla», ha detto il 28enne romano rispondendo alle critiche.

«Due sono le cose: o si accetta l’arte del rap, e probabilmente l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un’ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano».

Junior Cally, fa sapere il suo manager, si dice «contro il sessismo, i passi avanti o indietro, e ovviamente – sembra banale dirlo, ma non lo è – contro la violenza sulle donne».

«Lungi da Junior Cally scomodare i grandi nomi del cinema, della letteratura e della storia dell’arte da Tarantino e Kubrick, da Gomorra a Caravaggio e scrittori come Nabokov e Bret Easton Ellis: l’arte può avere un linguaggio esplicito e il rap, da sempre, fa grande uso di elementi narrativi di finzione e immaginazione che non rappresentano il pensiero dell’artista – chiarisce il management del cantante – Nessuno penserebbe di attaccare Stanley Kubrick (o Stephen King) per le scene in cui Jack Nicholson rincorre Shelley Duvall in Shining, perché si tratta di fiction».

Borgonzoni

Ad alimentare la polemica arriva anche la candidata della Lega alla presidenza dell’Emilia Romagna, Lucia Borgonzoni: «Junior Cally sul palco di Sanremo è disgustoso. Uno che incita al femminicidio, allo stupro, alla violenza non può esibirsi tra i big del festival nazional popolare più famoso del Paese davanti a un pubblico di famiglie, giovani e bambini. È indegno», dice.

https://www.facebook.com/BorgonzoniPres/posts/1905650529578500

Così, in un post sulla sua pagina Facebook e in una nota Borgonzoni è intervenuta sulla presenza del cantante sul palco della rassegna sanremese. «Come donna prima di tutto e come politico – afferma – denuncio con rabbia questo scempio, è un’offesa a tutte le donne, uno schiaffo alle famiglie delle vittime di femminicidio. Uno che canta ‘l’ho ammazzata, le ho strappato la borsa. C’ho rivestito la maschera’ mentre si muove davanti a una giovane ragazza legata mani e piedi a una sedia e con un sacchetto sulla testa, mentre cerca, inutilmente, di liberarsi non è arte. È schifo, violenza, aberrazione».

In copertina il cantante partecipante al Festival di Sanremo, Junior Cally, durante lo speciale del programma tv Rai “I Soliti Ignoti – Lotteria Italia” condotto da Amadeus presso il teatro delle Vittorie, Roma, 06 gennaio 2020. ANSA/Angelo Carconi

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