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Scienze, come una cultura lavorativa “malata” incide sui ricercatori (e la ricerca) – Lo studio

19 Gennaio 2020 - 21:04 Redazione
Su oltre 4mila scienziati intervistati in tutto il mondo, quasi la metà - il 43% - ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo o molestie

Ritmi eccessivamente sostenuti, troppa ansia da prestazione, troppa competizione tra colleghi: l’iper-produttività colpisce anche i ricercatori in ambito scientifico, a discapito della ricerca. È questa la conclusione di un sondaggio mondiale condotto dall’ente di beneficenza con sede a Londra, il Wellcome Trust, ripreso anche sul sito dell’autorevole rivista scientifica Nature.

Bullismo, molestie e aggressività

Su circa 4.300 scienziati intervistati in tutto il mondo (87 Paesi in tutto, ma due terzi sono attivi nel Regno Unito), il 55% dichiara di valutare negativamente la “cultura lavorativa” nell’ambito della ricerca scientifica.

Inoltre, un quarto degli intervistati sostiene che il proprio ambiente lavorativo deteriori la qualità della ricerca nel suo complesso, mentre circa il 40% ha detto di essere stato danneggiato a livello personale.

Tra le cause spiccano gli episodi di bullismo e di molestie: poco meno della metà del campione – il 43% – ha dichiarato di esserne stato vittima, mentre circa due terzi dei ricercatori dicono di aver assistito a episodi del genere.

Wellcome / I dati sugli episodi di bullismo e molestie

Troppa competizione e poche competenze manageriali

Un’ampia maggioranza degli intervistati – pari al 78% – è d’accordo nell’imputare la causa alla troppa competizione tra ricercatori che tende a premiare l’aggressività a discapito della collaborazione, della gentilezza e della creatività (tre ricercatori su quattro lamentano di non poter dare sufficiente sfogo alla propria creatività sul lavoro).

Sul banco d’accusa ci sono sia le università, che tendono a dare un’eccessiva importanza ai parametri di valutazione e non alla qualità della ricerca, sia i propri superiori, che non hanno adeguate competenze manageriali.

Foto di copertina: chuttersnap on Unsplash

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