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L’agopuntura è un valido strumento da affiancare alla medicina “ufficiale”? – Una review

20 Gennaio 2020 - 12:28 Juanne Pili
Ecco cosa emerge dalle recenti revisioni scientifiche riguardo alla presunta efficacia dell'agopuntura

Le medicine alternative hanno ragion d’essere negli ospedali, fino a essere impiegate in sala operatoria? Sono dubbi che ci siamo posti spesso. Persino i rimedi omeopatici trovano ancora credito tra gli stessi medici, mentre continuano a venire emesse sentenze che pongono interrogativi sulla preparazione degli “addetti ai lavori”, in materia di metodo scientifico o nella capacità di discernere tra un dibattito accademico reale e uno costruito mediaticamente.

I due problemi non sono separati. La credibilità che riescono a ottenere alcuni studi, pur non essendo significativi rispetto a quanto risulta dalle meta-analisi e meta-review, è una questione che va affrontata seriamente.

In un articolo precedente avevamo trattato il caso della paziente affetta da Sensibilità chimica multipla (una malattia psicosomatica), che si rifiutava di essere sottoposta ai farmaci previsti normalmente in anestesia, trattata presso l’Ospedale universitario di Pisa (Aoup), in parte con preparati omeopatici ed elettro-agopuntura.

Avevamo quindi sottoposto a review 53 studi che dimostrerebbero l’efficacia di questi rimedi, con l’aiuto di un revisore esperto: il professor Enrico Bucci della Temple University di Philadelphia. Dalla analisi è risultato che nulla di significativo era emerso in quelle ricerche; in sostanza non dimostravano affatto l’efficacia dell’agopuntura.

Nella sua nuova analisi, pubblicata sul blog Cattivi Scienziati in collaborazione coi ricercatori di Patto trasversale per la scienza (Pts), Bucci passa in rassegna le principali meta-analisi e meta-review sul tema. 

«Prima di entrare in sala operatoria o in ospedale – spiega Bucci – gli agopuntori devono fornire migliori prove sperimentali dell’efficacia di quello che fanno; perchè ad oggi, fra studi in cinese, piccoli campioni, bias di tutti i tipi, persino i ricercatori favorevoli alla pratica scrivono che l’evidenza è di qualità troppo scarsa».

https://www.facebook.com/pattotrasversaleperlascienza/posts/2194103230885243

Cos’è l’agopuntura

Si tratta di una pratica della Medicina tradizionale cinese. Consiste nell’inserire a livello superficiale degli aghi in particolari punti del corpo (agopunti), mediante varie tecniche, le quali possono prevedere anche l’impiego di elettricità, moxibustione, raggi laser, eccetera.

Viene ritenuto un rimedio efficace per una vasta gamma di problemi, che nel Mondo si sono rivelati essere i più disparati: dal trattamento dell’Aids a quello dell’asma.

Secondo la Medicina tradizionale cinese esisterebbero particolari linee nel corpo (meridiani), attraverso cui circolerebbe l’energia vitale (Qi). In alcuni punti vi sarebbe un accumulo di energia, in altri carenza. Così attraverso l’inserimento di aghi in determinati agopunti, verrebbe ripristinato l’equilibrio del corpo, con effetti positivi per la salute.  

Si tratta di una concezione antica dell’anatomia oggi ampiamente superata, che non trova corrispondenza con quanto studiato nelle facoltà di medicina. Eppure l’agopuntura è ritenuta una alternativa per il trattamento del dolore, della fertilità, dell’artrite reumatoide e della nausea post-chemio.

Dagli studi mirati a verificare la reale efficacia di questa pratica, è emerso che spesso i pazienti non riescono a distinguere l’agopuntura vera da una pratica fittizia, insomma i suoi effetti sono indistinguibili dal ben noto effetto placebo. Tale fenomeno riguarda anche i fenomeni psicosomatici. Quel che scoprono i ricercatori di Pts nella loro recente review non fa eccezione.

Cosa dicono le principali revisioni scientifiche?

I ricercatori si sono focalizzati sulle meta-analisi e revisioni sistematiche riguardanti centinaia di studi clinici pubblicati nel 2019. Hanno analizzato anche diverse meta-review, ovvero revisioni di un insieme di meta-analisi. 

Le meta-analisi sono un ottimo strumento statistico per avere una visione di insieme di quelli che sono i dati più affidabili, emersi in un insieme di fonti primarie – generalmente studi scientifici – in questo caso in campo medico, quindi clinici.

Le revisioni sistematiche sono sintesi critiche, le quali sottopongono a review le fonti primarie – relative a un determinato tema – in questo caso l’impiego clinico dell’agopuntura.

Su 29 lavori esaminati solo cinque sono del tutto chiusi alla possibilità che l’agopuntura possa avere effetti reali, mentre 22 sono realizzati da autori più aperti alla possibilità, basandosi però su considerazioni del tutto qualitative, non sulle evidenze emerse. Il 60% degli articoli sono stati prodotti col supporto di istituzioni governative cinesi.

«Questo bias culturale non manca di essere sottolineato anche dagli autori cinesi – continua Bucci – D’altronde, possiamo verificare immediatamente alcune fra le pesanti limitazioni identificate dagli stessi autori: la dimensione media degli studi clinici inclusi nel campione considerato, per esempio, è di 99 individui».

Nella loro conclusione i ricercatori di Pts riscontrano «la bassa qualità di tali studi e le gravi norme che ne affliggono l’interpretazione. Questo risultato è condiviso dagli stessi autori dei 29 articoli esaminati, ed è aggiornato verificabile andando a studiare i dati richiamati».

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