In Evidenza Legge di bilancioOpen ArmsTony Effe
POLITICADimissioniLuigi Di MaioM5S

Di Maio, le voci sulle dimissioni imminenti da capo M5s: oggi vertice con i ministri

21 Gennaio 2020 - 20:35 Alessandro Parodi
Il capo politico potrebbe lasciare già nelle prossime ore o decidere di arrivare agli Stati generali di marzo come "dimissionario" mantenendo il suo ruolo di reggente fino a quell'appuntamento

Potrebbe essere giunto per Luigi Di Maio il giorno della verità. Il capo politico del Movimento 5 Stelle e ministro degli Esteri ha convocato per domani 22 gennaio alle ore 10 i ministri e i viceministri del Movimento. Fondi ritenute qualificate dell’agenzia Adnkronos riferiscono che, sebbene si tratti di un appuntamento usuale per Di Maio quello di un vertice dei rappresentanti pentastellati dell’esecutivo, questa volta sarebbe molto vicino il passo indietro dell’ex vicepremier dalla guida del M5S. Inoltre oggi il ministro presenterà a Roma i nuovi facilitatori regionali del Movimento, occasione che potrebbe essere propizia per l’annuncio.

Si vocifera di un abbandono di Di Maio addirittura prima delle elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria di domenica: dallo staff del capo politico l’indiscrezione viene liquidata come non corrispondente al vero, ma molti segnali fanno pensare che questa volta davvero Di Maio sarebbe pronto a lasciare. In quel caso il ruolo di reggente sarebbe affidato al senatore Vito Crimi, in quanto figura più anziana fra i parlamentari 5 Stelle, primo portavoce in Parlamento nel 2014 insieme a Roberta Lombardi. Tra le ipotesi che circolano in Transatlantico c’è anche quella che Di Maio possa decidere di arrivare agli Stati generali di marzo come “dimissionario” mantenendo fino all’assise M5S il suo ruolo di reggente.

A commentare l’indiscrezione anche Nicola Zigaretti, che, durante le registrazioni della trasmissione Porta a Porta ha dichiarato: «Di Maio lascia la direzione del M5S? Non commento indiscrezioni e non entro nella loro vita interna. Nel M5S c’è una grande sottovalutazione ovvero che non si può dire Salvini e Zingaretti sono la stessa cosa». Ha poi aggiunto «Se mi farebbe piacere? No, abbiamo preso un impegno anche tra persone che rispettiamo. Io non solo scommetto sul Pd ma insisto sempre nel dire che bisogna ricostruire un campo largo, essere alleati e non avversari. E’ un messaggio che non sempre arriva ai leader ma molto alla base». Sibillino il commento del senatore, espulso dal Movimento dopo la decisione dei provibiri, Gianluigi Paragone, che su Facebook ha scritto: «…si dimette prima delle regionali. Dicono».

https://www.facebook.com/gianluigi.paragone/posts/2607139756001598?__xts__[0]=68.ARDVofYzsC2GmGjmp8QrXvbb2e5c9WGPbOFik-XmmPzrN4MiZy1TrS-5fDZ4TTCwxgtyJF8W-ykAjPSQ3hraDltthVl0YvI0fHOZAezw5x3CVMSJA3jtSkRKd9DhcK8krwlRlmvaqDQEwVhWJ9bwXXaVFWIUh_RJ_pT-yuJXKcPSQdOTZ1MDoshFrARZ4AhNSPawdoCYEqm4ixaiLLOYp2cwCdcjsOZnhbgPxZ2MNkQbiybeVmrZO9t2hzHhT5pKzBdKtBugj_vJMcEuQmwsbMYIINCocAvGTn1B1Fyf9CCofvYfCj-OpWLcXFsbPRwbEJSvC8770rPYpCWdvEew7g&__tn__=-R

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti