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La conta del danno – 2° episodio

21 Gennaio 2020 - 16:17 Sara Menafra
Abbiamo contato altri episodi di discriminazione. E abbiamo approfondito il caso della scuola che dichiara le classi sociali degli alunni

⚡ Come vi abbiamo raccontato dieci giorni fa, La conta del danno è un esperimento: con una cadenza di più o meno dieci giorni stiamo tenendo il conto di tutti gli episodi di razzismo, omofobia, sessismo, antisemitismo, aggressioni social, aggressioni fisiche, rievocazioni del fascismo/nazismo di cui veniamo a conoscenza.

Per la spiegazione nel dettaglio, leggete il nostro primo post qui.

Cominciamo 👣

Altri dieci giorni, altri 5 episodi

In questi giorni, dall’11 al 20 incluso, abbiamo contato un totale di cinque episodi, come nei precedenti dieci giorni.

Una cosa importante: tutti tranne uno hanno per vittima una donna (non stiamo traendo conclusioni, faremo le somme alla fine dell’esperimento).

Ecco l’elenco 👇

  • L’11 gennaio, si è saputo che la deputata ex M5s Rachele Silvestri subisce aggressioni social decisamente violente da quando ha deciso di lasciare il gruppo pentastellato ed entrare nel misto. Gli improperi includono «tr***», e l’immagine di un uomo impiccato a un albero, con la frase «ovunque si trovi un giuda».
  • Il 15 gennaio a San Pietro in Casale, un ragazzo, Sergio Echamanov, interviene nel corso di una manifestazione delle Sardine. Ha un piccolo problema di dislessia e finisce al centro di un video pubblicato sulle pagine social ufficiali di Matteo Salvini. Anche se il post viene poi rimosso, Echamanov è più volte insultato sui social e la polizia gli ha consigliato di non andare al lavoro per qualche giorno.
Foto Facebook | Sergio Echamanov
https://www.facebook.com/testa.nera1/posts/10219215160443834
  • Una consigliera comunale di Civita Castellana, in provincia di Viterbo è al centro di una campagna social perché si è opposta alla cancellazione dei Viaggi della Memoria, che portano i giovani a visitare i campi di concentramento. Le scrivono che è una «Anna Frank dai capelli rossi» e la vorrebbero «stesa sul marmo». La notizia è stata resa nota il 17 gennaio.
  • Il 18 gennaio una ragazza cinese di Rovigo ha raccontato di essere stata presa a insulti e persino a sputi da un gruppo di ragazzi mentre era sul treno partito da Mestre. Ha detto anche che nel corso degli anni ha subito spesso aggressioni e insulti.

Qui sotto abbiamo l’attuale dato complessivo:

L’approfondimento della settimana: le scuole e la discriminazione

La scorsa settimana si è molto discusso del Rav, Rapporto di autovalutazione, dell’istituto comprensivo “Via Trionfale” Roma. La notizia è esplosa perché nel progetto pubblicato si diceva che tra i quattro plessi dell’istituto ce n’è uno che «accoglie alunni di estrazione sociale bassa» e un altro che invece ha alunni «appartenenti prevelentemente all’alta borghesia»

Giulia Marchina | La scuola Via Trionfale

Poi in tanti (troppi) hanno detto che non c’era poi molto da scoprire perché i Rav per legge sono pubblici e, sempre per legge, devono descrivere il contesto sociale della scuola. La legge esiste dunque e spinge le scuole a farsi concorrenza sull’esclusione sociale.

Funziona? Secondo molto ricercatori Roma, la capitale italiana, è diventata una città sempre più diseguale e alcuni studiosi (anche Branko Milanovic che abbiamo intervistato) dicono che la disuguaglianza danneggia non solo chi sta peggio, ma il benessere complessivo di una società.

A novembre Donzelli ha pubblicato un libro interessante, si chiama Le mappe della disuguaglianza e analizza la capitale attraverso delle mappe. Il progetto è collegato ad un sito internet molto interessante con parecchi dati pubblici (qui la pagina coi dati). 🗺️

Le mappe della disuguaglianza | La mappa dei mancati studi a Roma

A proposito di esclusione sociale e istruzione dicono: «C’è una correlazione elevata tra non completamento della scuola media, potenziale disagio economico e disagio sociale, oltre tra le due variabili scolastiche (non completamento e Neet) » .

Ciò induce a pensare che le scarse opportunità in termine di istruzione fin dalla scuola dell’obbligo si sedimentano nel corso del tempo, portando i figli nati in famiglie con potenziale o manifesto disagio economico a uscire dai percorsi formativi e avere poi più serie difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro

Applicando la riflessione al nostro caso, se è vero che documenti come quelli della scuola di Via Trionfale sono diffusi, non è detto che siano utili alla scuola. Anzi. Il presidente dell’associazione presidi, Mario Rusconi, che aveva sollevato il caso del Rav Trionfale, ha commentato con Open: «L’ennesimo documento con dati statistici già noti all’amministrazione serve a poco. E poi, possibile che gli unici ad essere costantemente valutati siano gli studenti e non i loro valutatori? Solo con un netto scatto di lungimiranza potremo cercare di uscire dai tormentoni mediatici».

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