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ArcelorMittal, dopo le esplosioni della notte non si ferma l’Acciaieria 1. Scongiurate 250 casse integrazioni

22 Gennaio 2020 - 19:20 Redazione
Slitta di sue settimane lo stop dell'impianto. Il governatore chiede un incontro a tutti i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori: «Stabilimento in una condizione generale di manutenzione molto grave»

È slittato di almeno due settimane il blocco dell’Acciaieria 1 dell’ex Ilva di Taranto che avrebbe comportato l’aumento della produzione della sola Acciaieria 2 e il ricorso alla Cassa Integrazione per 250 lavoratori. Lo ha comunicato ArcelorMittal ai sindacati durante l’incontro che si è tenuto oggi e richiesto da Fim, Fiom e Uilm dopo le esplosioni avvenute la notte scorsa nell’impianto Idf a servizio del Convertitore 1 di Acciaieria 2, che hanno provocato squarci alle tubazioni della condotta di aspirazione del recupero gas.

Bisognerà ora attendere il ripristino dell’impianto che l’azienda stima proprio in due settimane. I sindacati, anche nella riunione di questa mattina con il responsabile delle relazioni istituzionali Cosimo Liurgo, hanno chiesto all’azienda di «tornare sui suoi passi e sospendere immediatamente – viene riferito – la scelta unilaterale di fermare l’Acciaieria 1 in quanto i continui rinvii e ritardi su manutenzione ordinaria e straordinaria determinano, in caso di aumento produttivo, situazioni di pericolosità sia dal punto di vista della sicurezza che dell’ambiente».

Il presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, con riferimento alle tre esplosioni avvenute nella notte ha dichiarato: «Ho deciso di chiedere rapidamente un incontro all’amministratore delegato di ArcelorMittal, Lucia Morselli, per avere il suo punto di vista sugli incidenti che si sono verificati stanotte».

«Nella stessa misura – ha aggiunto Emiliano – chiederò un incontro a tutti i sindacati e i rappresentanti dei lavoratori, per avere anche il loro punto di vista. Ho sempre detto – ha proseguito – che quello stabilimento è in una condizione generale di manutenzione molto grave, e quindi bisogna intervenire il più rapidamente possibile nello schema della sentenza del Tribunale d’appello che ha sì detto che Afo2 può e deve continuare a funzionare, ma questo deve avvenire con tutte le cautele necessarie ad evitare di mettere in pericolo la vita degli operai e la salute non solo degli operai ma anche dei cittadini».

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