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Conferma: alle 17 Luigi Di Maio si dimette da capo politico. Verso la reggenza di Vito Crimi?

22 Gennaio 2020 - 15:18 Redazione
L'occasione è quella della presentazione dei facilitatori regionali del M5s al Tempio di Adriano a Roma alle 17

Si va verso l’ufficialità delle indiscrezioni circolate ieri. Fonti interne al M5s confermano che Luigi Di Maio sta per abbandonare la poltrona di capo politico del Movimento. E lo farà oggi, 22 gennaio, alle 17, al Tempio di Adriano. L’occasione è quella della presentazione dei facilitatori regionali del M5s. La conferma arriva anche dall’agenzia di stampa Ansa, secondo cui è sempre più probabile che la reggenza del M5s venga affidata a Vito Crimi. Salvo sorprese, se tutto si svolgerà come da copione confermato da fonti M5s – le dimissioni del leader pentastellato arrivano a quattro giorni dalle elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria. Già ieri, 21 gennaio, il ministro degli Esteri aveva fatto sapere di aver convocato per oggi alle ore 10 i ministri e i viceministri del Movimento. Un vertice che, secondo fonti dell’Adnkronos, preluderebbe al passo indietro dell’ex vicepremier alla guida del M5S.  Sulla sua pagina Facebook, Di Maio scrive: «Oggi pomeriggio alle 17.00 sarò a Roma insieme a tutti i facilitatori regionali. Mi collegherò in diretta perché ho delle cose importanti di cui parlarvi».

La notizia delle dimissioni del capo politico del M5s, Luigi Di Maio, era stata data in anteprima dal Fatto Quotidiano, il 10 gennaio. Il quotidiano aveva anche ipotizzato una data: «Di Maio potrebbe lasciare la carica attorno al 20-21 gennaio, appena eletti i nuovi facilitatori regionali del Movimento». Il retroscena era stato poi smentito dallo staff del leader con una nota: «Smentiamo quanto riportato quest’oggi da Il Fatto Quotidiano in merito alle dimissioni da capo politico del Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio. Una narrazione, con tanto di fantomatica data delle dimissioni, che appare decisamente surreale. Un retroscena che riporterebbe il pensiero di svariate “fonti” interpellate che sembrano però fare il tifo per una certa narrazione, quando nel pezzo alle fonti dirette viene riservato mezza riga di smentita». Fino a oggi.

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