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Dopo la Berlinguer, la rivolta del Pd contro Vespa: «Spot a Salvini durante Juve-Roma»

22 Gennaio 2020 - 22:41 Redazione
«Ma sbaglio o quello che ho visto nell'intervallo di Juve-Roma era quello del citofono - scrive Filippo Sensi, ex portavoce di Renzi e Gentiloni, su Twitter - senza contraddittorio, in un imbarazzante comizio elettorale? Pronto, vertici Rai?».

Dopo l’attacco di ieri a Bianca Berlinguer per aver concesso a Matteo Salvini lo show «uno indisturbato, senza nessun tipo di contraddittorio» e aver condannato l’assenza di ospiti dem a cinque giorni dal voto per le Regionali, il Partito Democratico torna a farsi sentire nei confronti delle scelte del servizio pubblico. Questa sera è direttamente il segretario del Pd Nicola Zingaretti che accusa i vertici di Viale Mazzini: «A Salvini consentito dalla Rai un solitario comizio durante l’intervallo della partita Juventus-Roma in piena campagna elettorale per l’Emilia-Romagna. Mai così in basso, altro che libertà e autonomia e lo chiamano servizio pubblico», dichiara il governatore del Lazio con riferimento al lancio dell’intervista di Matteo Salvini a Porta a porta.

Anche il deputato Filippo Sensi, già portavoce degli ex premier Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, anch’egli su Twitter, dove utilizza il nickname “Nomfup” lancia la stoccata: «Ma sbaglio o quello che ho visto nell’intervallo di Juve-Roma era quello del citofono, senza contraddittorio, in un imbarazzante comizio elettorale? Pronto, vertici Rai?».

E gli fa eco Andrea Rossi, deputato Pd e responsabile della campagna elettorale di Stefano Bonaccini, che non ci sta: «Lo spot di Salvini, un lungo sonoro in cui spiega perché votare per la Lega in Emilia-Romagna ed in Calabria andato in onda durante l’intervallo di Juventus-Roma di Coppa Italia come “anteprima di Porta a Porta” è un fatto gravissimo e senza precedenti. Domani mattina presenteremo un esposto urgente all’Agcom». «Il comportamento della Rai è gravissimo – continua Rossi – inaccettabile, inqualificabile. L’Emilia-Romagna non merita questo trattamento, né di essere raccontata in questo modo».

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