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È ufficiale, Di Maio si “toglie la cravatta” e dà le dimissioni: «È arrivato il momento di rifondare il M5s»

22 Gennaio 2020 - 18:45 Redazione
«Ho portato a termine il mio compito. Abbiamo molti nemici, i peggiori sono quelli interni», ha detto Di Maio. «Di Maio non sarà capo delegazione a governo», ha detto il suo successore pro tempore Crimi

Come preannunciato nelle scorse ore, Luigi Di Maio ha lasciato il suo ruolo di capo politico del Movimento 5 stelle. L’addio ufficiale, come previsto, al Tempio di Adriano durante la presentazione dei nuovi facilitatori regionali del Movimento, appena eletti. «Ho portato a termine il mio compito. È arrivato il momento di rifondarsi. Mi dimetto ma non ci penso a mollare», ha detto il ministro degli Esteri. A succedere a Di Maio, come anticipato in precedenza da diverse fonti, sarà Vito Crimi, attualmente viceministro dell’Interno e fino a settembre 2019 sottosegretario del consiglio dei ministri con delega all’editoria. «Di Maio non sarà capo delegazione a governo», ha annunciato Crimi.

Agenzia Vista | «Di Maio non sarà capo-delegazione nel governo», dice il reggente del Movimento Vito Crimi

Il discorso di Di Maio

«È sempre stata la fiducia il nostro valore principale. Tutto quello che facciamo si basa sulla fiducia ed è per questo che siamo cresciuti. È per questo che molti di noi nel Movimento sono potuti crescere ed affermarsi», ha aggiunto Di Maio. «In questi anni da capo politico ho fatto crescere questo Movimento. È arrivato il momento di rifondarsi. Oggi si chiude un’era», ha continuato l’ormai ex capo politico del M5s in un discorso interrotto da qualche applauso.

Angela Gennaro/OPEN | Gli applausi della platea per Luigi Di Maio

Nel corso del discorso non è mancato un affondo: «Ho protetto il Movimento da trappole e traditori. Abbiamo molti nemici, i peggiori sono quelli interni. Qualcuno lavora non per il gruppo, ma per la visibilità. Persone che poi non ci mettono la faccia».

«È un momento complesso per il M5s, quando cambiano i punti cardinali della società, le forze politiche devono essere la bussola e per esserlo bisogna mettersi in gioco. Dobbiamo essere in grado di migliore la vita dei cittadini». Di Maio poi ha citato Aldo Moro: «Se fosse possibile dire domani saltiamo questo tempo e andiamo al prossimo tutti deciderebbero di farlo, ma non è possibile».

Agenzia Vista | Un passaggio dell’intervento di Luigi Di Maio

«Sono consapevole che una parte del Movimento è rimasta delusa in questi mesi. Essere al governo richiede pianificazione e realismo. Il M5s non può essere giudicato per 20 mesi al governo. Dobbiamo pretendere il diritto di essere valutati a fine legislatura. Per questo credo che il governo debba andare avanti», ha detto Di Maio. «Sono stato accusato di essere troppo ingenuo. Non mi sento un ingenuo, ma preferisco passare per tale piuttosto che essere considerato un imbroglione. Continuo a pensarlo nonostante i tradimenti, come il tradimento che ci ha portato a cambiare il governo. Per restare umani dobbiamo riuscire nell’impresa di fidarsi di chi non conosci. Su tutte le decisioni importanti ci siamo consultati con gli iscritti».

«Ci eravamo illusi che realizzare il programma ci avrebbe portato più voti. Ma non dobbiamo smettere di farlo. Io credo che se un giorno qualcuno vorrà cancellare le nostre leggi sono sicuro che ci saranno centinaia di persone in piazza per impedirlo. E io scenderò con loro come privato cittadino», ha aggiunto Di Maio. «Farci apparire divisi, pasticcioni è stato il miglior modo per combatterci anche perché nessuno avrebbe potuto farci apparire corrotti e mafiosi. Alcuni si sono prestati a questo gioco al tutti contro tutti, questo a che fare con una profonda mancanza di personalità politica».

Per quanto riguarda i fuoriusciti: «Da noi le regole si rispettano e non ci sono santi che tengano. A un certo punto è giusto che si intervenga. C’è chi ha messo se stesso prima del Movimento E se abbiamo allontanato qualcuno è per tutelare chi è rimasto», ha detto Di Maio. «Basta pugnalate alle spalle e tradimenti. Non mollerò mai il Movimento, è la mia famiglia. Ci sarò agli Stati Generali, il Movimento deve continuare a essere la bussola dei cittadini», ha concluso il ministro.

Angela Gennaro/OPEN | «Sarò agli Stati generali» dice Di Maio

«A Conte non bisogna insegnare nulla: un cittadino che non aveva mai fatto politica oggi è presidente del Consiglio. La mia preoccupazione su di lui è diventata ammirazione», ha aggiunto Di Maio.

Angela Gennaro/OPEN | Di Maio ringrazia Giuseppe Conte

«Oggi sono qui per rassegnare le mie dimissioni da capo politico del Movimento». E alla fine del discorso ha ringraziato il presidente della Repubblica: «Grazie a Mattarella per il lavoro incessante che ha fatto e che ha consentito al Movimento di far parte di due governi»

La presentazione dei facilitatori

«Penso che per il governo non cambierà nulla, anzi sarà uno stimolo ulteriore per rilanciare la propria azione», ha detto il deputato Emilio Carelli durante l’evento di presentazione dei facilitatori parlando delle dimissioni di Di Maio. Carelli ha anche ringraziato l’ormai ex capo politico: «Questa è una delle giornate che passerà alla storia. Grazie a Luigi Di Maio per quello che ha fatto in questi anni». «Si apre una fase molto delicata per il Movimento, ma nel dettaglio penso sia giusto prima sentire che cosa ha da dire Luigi e capire perché ha fatto questa scelta», ha detto la sindaca di Torino Chiara Appendino.

Le dimissioni

Le dimissioni del pentastellato arrivano a quattro giorni dalle elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria. La notizia delle sue dimissioni era stata anticipata da il Fatto Quotidiano, il 10 gennaio, per poi essere smentita dagli stessi vertici del Movimento che avevano definito la narrazione “surreale”.

Angela Gennaro/OPEN | «Ci eravamo illusi che realizzando il programma si ottenessero più voti», ha detto Di Maio

La decisione del ministro arriva in momento delicato per il Movimento, caratterizzato di recente da diverse fuoriuscite tra cui quella dell’ex ministro Lorenzo Fioramonti. Per placare gli attacchi sempre più personali al leader del Movimento era arrivato anche uno dei suoi fondatori, Beppe Grillo, che a dicembre “aveva blindato” la laedership dell’ormai ex capo del M5s.

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